Italia, serve calma: i compiti di Spalletti

A sette mesi dall’Europeo quali sono gli aspetti su cui dovrà lavorare il c.t. per portare l’Italia al massimo all’appuntamento

E così siamo agli Europei. Una soddisfazione, o forse una liberazione, dopo le due eliminazioni incredibili dai Mondiali. Spalletti è stato bravo – e va detto come premessa – ad assumersi un impegno non facile, senza avere il tempo per sperimentare, dopo l’addio traumatico di Mancini. E’ finita anche con il brivido, per quell’intervento di Cristante che ci ha lasciati con il fiato sospeso. Perciò, dopo i complimenti a Spalletti, va riconosciuto all’Ucraina di aver dato in campo una lezione di sportività: protestando, certo, ma senza quelle sceneggiate che purtroppo vediamo in tanti campi di casa nostra. Così – nota a margine – come è bello apprezzare l’unanime sportività nei nostri giudizi. Pronti a riconoscere le ragioni degli avversari. Succede così quando gli episodi non vengono analizzati con le lenti del tifo, che spesso deformano e adattano la realtà alle nostre idee di partenza. Ci fosse stata di mezzo una squadra di club, la spaccatura sarebbe stata molto ma molto più ampia. Ma tutto questo, fa parte del passato, ora godiamoci questo ingresso agli Europei – magari facendo un nodo al fazzoletto per ricordarci di quanto è successo se e quando dovesse capitarci un episodio a sfavore – e pensiamo al futuro. 

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