Italia-Sassuolo, proviamo a scoprire il nostro futuro

Tre vittorie separano l’Italia dal Mondiale del Qatar e una la dobbiamo conquistare stasera contro la Lituania, dopo i due deludenti pareggi contro la Bulgaria e la Svizzera, che non sarà attesa da una passeggiata di piacere a Belfast. Il destino azzurro resta nelle nostre mani e in quelle di Mancini, che anche ieri ha cercato di stemperare la tensione che circonda il club Italia. Dopo tanti elogi e celebrazioni, i giocatori e lo stesso ct non hanno gradito le accuse tecniche denunciate dopo le ultime due prestazioni: ci sta, è nel gioco delle parti, e soprattutto appartiene alla nostra categoria la possibilità di essere ignorati quando tutto va bene (sempre) e di essere attaccati appena eserciti il diritto di critica (sempre). Accade nella politica come nello sport, ma la realtà è una sola: la grande Italia Campione d’Europa non si è sbriciolata, si è solo smarrita come spesso le è accaduto nei mesi di agosto e settembre, quando è più indietro di condizione rispetto a chi ha iniziato prima ad allenarsi e a giocare.

Mancini si è chiuso come un riccio che a bordo strada cerca di proteggersi dagli altri. Ha difeso l’Italia, ricordando che le è mancato solo il gol contro la Bulgaria e la Svizzera, e in particolare Ciro Immobile, diventato l’orso del luna park a cui tutti sparano per vincere un pupazzetto. E’ vero che l’attaccante della Lazio in Nazionale non ha mai raggiunto il livello che gli ha consentito di vincere la Scarpa d’Oro con 36 gol in un solo campionato ma è anche vero che le difficoltà accusate dalla nostra nazionale non possono essere soltanto una sua responsabilità. Agli Europei Ciro, titolare in sei partite su sette, ha segnato due gol e regalato un assist a Insigne: anche Lorenzo ha fatto due gol, esattamente come Chiesa, eppure loro sono stati celebrati come gli eroi della spedizione azzurra, a differenza di Immobile che, comunque, con l’Italia ha realizzato 15 reti, contro le 12 di Belotti e le 10 di Insigne. Questi sono i numeri degli attaccanti italiani tra cui il ct ha dovuto e dovrà pescare, stritolato dallo strapotere dei bomber stranieri. Le speranze per il futuro sono legate a due giovani del Sassuolo, Raspadori – titolare stasera al posto del laziale infortunato – e Scamacca, pronto in panchina a dargli il cambio in corsa. Oltre a loro e a Kean, all’orizzonte, c’è poco o nulla, per questo Mancini sta difendendo Immobile da ogni critica: sa che Ciro gli servirà («magari farà 8 gol al mondiale…») e che in serie A nessuno segna più di lui.

Per curiosità siamo andati a rivedere i gol degli attaccanti con cui Lippi nel 2006 vinse il Mondiale a Berlino: 2 Toni e uno a testa Totti, Del Piero, Inzaghi, Gilardino e Iaquinta. Anche loro, giustamente, eroi e Campioni del Mondo ma non certo bomber spietati. Possibile che, invece, Immobile sia uscito dal trionfo di Wembley come un problema di questa Nazionale e non un valore? In vista del Qatar, è un caso da risolvere, soprattutto dal punto di vista psicologico: è chiaro che Ciro ha accusato il colpo e che quando indossa la maglia azzurra non è più sereno. Lo potrà aiutare Sarri, che gli chiederà anche il palleggio, a differenza di quanto accadeva nella Lazio di Inzaghi, ma alla fine dovrà essere lui a oltrepassare l’ostacolo come ha sempre fatto durante la carriera. Stasera il ct lo avrebbe schierato dall’inizio per la terza volta consecutiva se l’attaccante non avesse accusato un risentimento muscolare. Un segnale forte, che deve cogliere lo stesso Immobile ritrovando il suo spirito anche in Nazionale: se si sentisse una vittima, sarebbe l’inizio della fine di una carriera azzurra che può riservargli ancora grandissime soddisfazioni.

Contro la Lituania, intanto, potremo scoprire un suo potenziale erede, il giovane Raspadori convocato all’ultimo minuto da Mancini per la spedizione europea e adesso pronto al salto di qualità. Centravanti di movimento, in mezzo a Berardi e a Bernardeschi, gli ultimi esterni rimasti in piedi dopo dieci giorni più stressanti che mai. Intanto, complimenti al Sassuolo, che negli ultimi anni ha sviluppato la politica degli italiani, per la verità un po’ abbandonata negli ultimi tempi: oltre a Raspadori, stasera ci saranno anche Berardi, Scamacca, Locatelli, Acerbi e Sensi, tutti cresciuti in tempi diversi nel club emiliano. Per Raspadori è una grande occasione, in attesa anche del debutto di Scamacca, considerato dal ct il centravanti del futuro, forse addirittura già in Qatar. Di certo vedremo una Nazionale completamente diversa da quella che ha vinto l’Europeo perchè Mancini ha perso per strada tantissimi giocatori. Costretta a giocare la fase finale della Nations League a ottobre, l’Italia ha dovuto condensare tre incontri di qualificazione nel giro di 10 giorni, come a marzo. Una follia vera, che ha messo e metterà a rischio la salute dei giocatori: nel biennio del Covid, che ha stravolto il mondo dello sport e anche tutti i calendari, nessuno avrebbe sentito la mancanza di un torneo come quello. Ma ormai è andata e bisogna pensare solo a battere la Lituania, poi gli svizzeri e gli irlandesi ritrovando il sorriso di Wembley.

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