Italia, la favola di Ricci e Toloi: “Un sogno vestire questa maglia”

Matteo, mediano dello Spezia e cresciuto nella Roma come il gemello Federico: “Devo molto a Luis Enrique, ma c’è tanto di Italiano in questa convocazione”. L’italo brasiliano è un protagonista della difesa Atalanta: “È dal 2009 che ho avviato le pratiche per la cittadinanza italiana”

Dal nostro inviato  Luigi Garlando

23 marzo – COVERCIANO (FI)

C’è qualcosa di Esopo, una morale favolistica, nella storia dei gemelli Ricci, classe ’94, cresciuti insieme nella Roma. Nello stesso 2013, a 19 anni, Matteo viene ceduto al Grosseto, in B, mentre Federico, che pare il predestinato, esordisce in A con Garcia, sostituendo Florenzi. Tre anni più tardi il debutto nell’Italia Under 21. Un passaggio in B a Crotone, ma poi di nuovo serie A: Sassuolo, Genoa, Crotone ancora…

Matteo invece ha dovuto aspettare il settembre scorso per esordire nella massima serie con lo Spezia, dopo essere passato anche dalla Lega Pro (Pistoiese, Pisa). Ora però Matteo, forte di tanta gavetta, è a Coverciano con Florenzi e i migliori giocatori italiani, mentre Federico sta lottando in Serie B, in un Monza in difficoltà. Destini incrociati. “Ho fatto un percorso diverso rispetto a mio fratello – spiega Matteo -. Non rimpiango le mie scelte. Anzi, le esperienze nelle categorie inferiori mi hanno reso più forte e più sicuro. Sono stato nel Pisa di Gattuso, promosso in B. Federico ora sta lottando per salire in Serie A. Mi ha telefonato subito, era felicissimo. Siamo due fratelli che fanno lo stesso lavoro e ci aiutiamo da sempre”.

Luis Enrique la convocò un paio di volte per la prima squadra. Fosse rimasto alla Roma…

“Mi portò due volte in panchina, quando le panchina erano da 7. Mi trovava in palestra che facevo pesi, perché mi sono sempre sentito piccolo… Mi diceva: ‘Matteo, non devi rafforzarti le spalle, ma la testa. I muscoli non sono così importanti’. Era all’avanguardia, era in anticipo sui tempi. Mi ha aiutato tanto”.

Ci pensa ancora alla Roma?

“Tifo Roma da quando sono bambino, l’ho sempre detto, ma ora sono concentrato sul presente: questo sogno azzurro e la salvezza dello Spezia”.

Quanto c’è di Italiano in questa convocazione?

“È stato fondamentale, perché fa un gioco propositivo come quello della Nazionale, anche se un po’ diverso. Lo ringrazierò sempre”.

Cosa ti hanno detto i romanisti?

“Conoscevo già Florenzi che mi ha detto subito di rivolgermi a lui per qualsiasi cosa. Ho parlato anche con Pellegrini e De Rossi. Ma tutti mi hanno messo a mio agio, anche se mi hanno tirato una trappola. Mi hanno detto che nei giorni successivi avrei dovuto cantare una canzone, come ogni matricola, invece me l’hanno fatta cantare la prima sera, senza prepararmi… Io, Toloi e De Rossi. Abbiamo cantato: “Non succederà più”. Una bella emozione… Una delle tante di questi giorni. Come venerdì quando il d.s. dello Spezia mi ha annunciato la convocazione. Sapevo che mi stavano seguendo, ma da qui a Coverciano ce ne passa…” .

Toloi

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Convocabile in azzurro dal 17 febbraio scorso, in virtù di antenati trentini, Rafael Toloi, brasiliano a Gloria d’Oeste, nel Mato Grosso, non ha perso tempo e si è presentato subito a Coverciano. Una comparsata, 5 presenze, nella Roma 2013-14, ma soprattutto sei anni da protagonista nell’Atalanta di Gasperini. Uno dei rivoluzionari più riconoscibili e dei cuori più torridi del Gasp. Il manifesto vivente di una difesa che corre in avanti, con o senza palla. Per questo Roberto Mancini lo ha chiamato. Perché la sua Italia vive degli stessi principi tattici. Anche Toloi infatti ha un mister da ringraziare e non è un caso. Mancini pesca dalle squadre più propositive. “Ho imparato da Gasperini ad uscire a destra o centrale per pressare alto e propormi in costruzione. Sono qui grazie a lui che mi ha fatto diventare un giocatore migliore e grazie all’Atalanta che ha creduto in me. Sono orgoglioso di aver partecipato fin dalla prima ora all’avventura di Gasparini che può portarci ancora più in alto. Qui in Nazionale il gioco è un po’ diverso, ma imparerò, sto studiando da difensori che sono i più bravi del mondo. Guardo attentamente i loro movimenti in ogni allenamento”.

Ce la farà a inserirsi tra i 23?

“Non me lo chiedo. Penso solamente ad aiutare nel miglior modo possibile l’Italia che mi ha fatto questo regalo. So benissimo di non essere più un ragazzino e che non avrò molte altre occasioni”.

Nessuno in Brasile ha avuto da ridire sulla sua scelta?

“No. Quando è arrivata la notizia della convocazione, parenti, amici, tutti sono stati solamente felici, come lo sono io. La nazionale brasiliana non mi ha mai contattato. E voglio precisare che non ho fatto i documenti due mesi fa per la Nazionale. Io ho avviato le pratiche per la nazionalità italiana fin dal 2009. Due mesi fa è arrivato soltanto l’ok delle Fifa. L’esperienza alla Roma? Ci sono rimasto in prestito solo per sei mesi e ho giocato poco, ma è stata un’esperienza importante perché mi ha permesso di farmi conoscere. L’Atalanta ha cominciato a seguirmi, poi mi ha preso e mi ha portato a Coverciano”.

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