Irrompe Balotelli, un’altra alba al tramonto

L’ULTIMA CHIAMATA – Uno strano scherzo del destino o, piuttosto, una straordinaria opportunità quella offerta dal Monza a Mario Balotelli. In realtà, a volte, la vita può davvero ricominciare e riservare altre indescrivibili emozioni e nuove avvincenti sorprese anche a 30 anni suonati. E’ esattamente quello che potrebbe capitare a Mario Barwuah, nato a Palermo il 12 agosto del 1990 da genitori immigrati ghanesi, adottato a tre anni dalla famiglia Balotelli, torturato sin dai primissimi anni di vita da gravi problemi di salute e poi esploso in tutte le sue potenzialità sino a diventare l’astro nascente del calcio italiano e prodigioso talento dell’Inter. Con il club nerazzurro conquista, a livello giovanile, un Campionato Primavera e un Torneo di Viareggio e, nel giro di tre stagioni con la prima squadra tre scudetti, una Coppa Italia, una Supercoppa italiana e una Champions League. Prima di trasferirsi al Manchester City, dove incrementa il proprio palmarès con un’altra serie di incredibili successi: una Premier League, una FA Cup e una FA Community Shield. Tutto quello che c’era da vincere.

PREDESTINATO – D’altra parte è un predestinato che è riuscito a bruciare ogni traguardo precocemente non solo un futuro da leader con la Nazionale italiana di calcio salvo gettare tutto via in un attimo per una maturità umana che non solo non è arrivata mai pienamente ma non è neppure affiorata tra inenarrabili traversie e quell’infanzia difficile che puntualmente si ripresenta. Eppure il passato a volte ritorna e questa sera SuperMario va ad accomodarsi per la prima volta in panchina con il Monza del presidente Silvio Berlusconi e di Adriano Galliani mentori da sempre dell’ex fuoriclasse bresciano già avuto al Milan con alterne fortune e ingaggiato lo scorso 9 dicembre non solo per scalare la A. Dopo aver compiuto la grande scommessa anche grazie ad antiche complicità con Mino Raiola, agente del calciatore, confidano tutti che la prima esperienza in carriera in B dell’ex azzurro, dopo il flop di un anno fa a Brescia – ultima partita al Mapei Stadium il 9 marzo contro il Sassuolo -, possa essere considerata non il fondo di una carriera incredibilmente sciupata. Ma un nuovo inizio, un’autentica palingenesi per costruire proprio al tramonto un’altra alba non semplicemente calcistica. Soprattutto umana. Il vero affare non solo per Balotelli, campione ritrovato!

Precedente Fiorentina su Man, il presidente della Steaua: "Offerta da 12 milioni ma ne voglio 14" Successivo De Vrij, il muro Inter per lo scudetto: "Lukaku è una forza, resteremo lassù"