Inzaghi: troppi ko in stagione, una costante in carriera. Ma ora serve equilibrio

Tanti gol e sconfitte: un ritornello ad anni alterni è capitato alle squadre dell’allenatore nerazzurro. Per conquistare gli obiettivi rimasti bisogna invertire il trend

Non è una tradizionale crisi del settimo anno. In fondo, l’alto numero di sconfitte, è un limite che Simone Inzaghi si porta dietro dall’inizio della sua nuova vita da allenatore. Un qualcosa che ritorna, ciclicamente. Come la capacità di fare tanti gol a stagione, portando in rete tanti interpreti differenti. Oppure una certa allergia al pareggio, per cui non è mai andato in doppia cifra al termine di un campionato. I numeri raccontano molto ma non tutto, ovvio. Però analizzando stagione per stagione la carriera del tecnico nerazzurro, si vede come Inzaghi non sia riuscito a porre rimedio a due questioni che hanno condizionato già in passato i suoi anni alla Lazio, e che anche in questa stagione si sono rivelate decisive nella corsa scudetto. L’Inter che a febbraio si trova a meno diciotto punti dalla vetta è qualcosa di difficilmente spiegabile viste le ambizioni di partenza: per qualità dei singoli e profondità della rosa, si poteva e doveva fare molto di più. Ma questo lo sanno tutti, pure staff tecnico e giocatori.

Ad anni alterni

—  

Inzaghi, come detto, non è un mister X: quest’anno, finora, ha pareggiato soltanto due partite, come il Napoli capolista e dominatore del campionato. E sarebbe un bel dato, se solo fosse accompagnato da un numero di sconfitte molto più basso. E, invece, i sette kappao in ventiquattro partite hanno segnato pesantemente il solco che separa oggi l’Inter dalla vetta. Con quattordici partite ancora da giocare, lo spettro di chiudere con un numero in doppia cifra alla voce “sconfitte” è altissimo. E anche poco piacevole, prima di tutto per lo stesso Inzaghi. Un dato che in passato si è verificato già tre volte nelle cinque stagioni alla guida della Lazio, a scadenza regolare: un anno sì, un anno no. Dieci kappao nel 2016-17, primo anno pieno da allenatore nella Capitale. Poi otto, tredici, otto e dodici. Sconfitte che hanno frenato in più occasioni la corsa Champions della Lazio che, come questa Inter, segnava e costruiva tanto, ma che subiva anche molto.

Troppi gol presi

—  

Ecco, le reti subite. Altro tasto dolente di una stagione da montagne russe. L’Inter in casa concede pochissimo, poi in trasferta si scioglie: dei 28 gol subiti, 22 sono arrivati fuori casa. Un passo da quartultima in classifica che è allarmante per una big come l’Inter, specialmente se paragonato ai 32 gol complessivi subiti l’anno scorso, alla prima stagione di Simone in nerazzurro. In Italia vince quasi sempre chi subisce meno, è una legge non scritta. L’Inter deve ritrovare prima di tutto solidità. E poi quella carica fa vedere nelle notti in Europa. Inzaghi deve invertire il trend per chiudere secondo. E guardare con ritrovata fiducia verso il futuro.

Precedente Inter, il sostituto di Skriniar non va sbagliato: in corsa Djalò, Demiral, Pavard e Scalvini Successivo Antonello: "Ad Assago lo stadio dell'Inter? Tuteleremo il club e i tifosi"