Inzaghi, nonostante le critiche per l’Inter c’è un altro risultato eccellente

Dodici anni dopo, l’Inter torna tra le prime otto d’Europa, come il Milan, resistendo a Oporto con una partita maestosa dal punto di vista dell’organizzazione ed esibendo una determinazione così feroce che bisogna chiedersi che cosa le accade quando gioca in campionato, lontano da San Siro. E alla fine, negli ultimi tre minuti, Inzaghi ha ringraziato anche il suo stellone, che finalmente gli ha dato una mano in quei momenti decisivi. Fino al quarto minuto di recupero, la difesa nerazzurra non aveva quasi mai sofferto gli assalti portoghesi, che sono aumentati alla velocità della luce a un passo dal traguardo: palla tolta dalla porta da Dumfries sul tiro di Martino, palo di Grunic dopo una parata clamorosa di Onana e infine, sulla stessa azione, la traversa spizzata da Taremi. Sono stati pochi istanti, ma dal punto di vista emotivo sono sembrati un’eternità. Un gol del Porto avrebbe mandato l’Inter ai supplementari, con una squadra mezza rotta e stremata dal punto di vista fisico perché di energie ne aveva spese tantissime.

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Una medaglia per Inzaghi

Un’impresa che non va sottovalutata perché la squadra di Conceiçao, che due anni fa aveva eliminato la Juve, è una delle più difficili da affrontare in Europa per l’organizzazione che l’ex talento della Lazio è riuscito a darle. Se solo avesse degli interpreti ancora superiori, per le sue caratteristiche sarebbe una rivale da Champions anche per colossi come Bayern, City e Real. Per questo il passaggio del turno dell’Inter deve essere considerato una medaglia da mettere sul petto di Simone Inzaghi, che grazie a questo successo può guardare avanti con uno spirito diverso da quello con cui si era presentato a Oporto. E per una notte avrà dimenticato anche le otto sconfitte in campionato che oggi rappresentano una zavorra pesantissima da trascinare: non ci sono dubbi che l’Inter sta viaggiando sotto ritmo in A, soprattutto in trasferta, ma i conti andranno fatti soltanto alla fine della stagione. Con l’ingresso ai quarti, il tecnico ha garantito al club un’altra ventina di milioni, in attesa di conoscere la prossima: attenzione, perché la storia di Inzaghi in nerazzurro non è ancora finita e potrebbe anche raccontare altre pagine interessanti. La più importante porta verso la possibile conquista della Coppa Italia, ma prima ci sarà la doppia sfida con la Juve, rivale anche del prossimo turno in campionato. Con la seconda Supercoppa e due derby in quindici giorni vinti alla grande, Inzaghi ha un solo obbligo da oggi in poi: portare la squadra tra le prime quattro in A e garantire un’altra qualificazione Champions a Zhang e ai suoi collaboratori, che certo non brillano nel sostegno al loro allenatore se andiamo oltre alle banalissime foto scattate ad Appiano. Se arrivasse quinto, il tecnico verrebbe rimosso a giugno, sempre che il club trovi i soldi – circa undici milioni lordi – per saldare un contratto in scadenza al 2025. Ma se si collocasse alle spalle del Napoli, che ha fatto un campionato a parte provocando la crisi di tutte le rivali, per Zhang cambiare sarebbe molto più complicato. È chiaro che adesso l’asticella in Champions si alza: sulla carta, il City non è avvicinabile, ma ricordiamo che l’Inter negli ottavi è entrata oltrepassando un girone con il Bayern e il Barcellona che sta dominando la Liga. Un merito che la Milano nerazzurra non riconosce a Inzaghi, il cui peso è sempre quello delle otto sconfitte in campionato. A Oporto la squadra nerazzurra ha fatto una partita esclusivamente difensiva, ma all’andata avrebbe potuto vincere con qualche gol in più: tutto sommato il passaggio se lo è guadagnato con il cuore e l’orgoglio esibito anche dal suo allenatore.

Stasera tocca al Napoli

Ora per una festa completa manca il Napoli, che parte dal 2-0 di Francoforte contro l’Eintracht: se venerdì ci presentassimo con tre squadre su otto al sorteggio dei quarti di Champions, dovremmo rivalutare anche il momento del nostro calcio a livello di club. Della Nazionale riparleremo la prossima settimana, quando il ct Mancini per comporre la formazione anti Inghilterra dovrà controllare più le carte di identità piuttosto che il valore dei suoi giocatori, molti dei quali non sono titolari nei rispettivi campionati.


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