Inzaghi contro: “Simone sfortunato, più bravo di me”; “Pippo, ti invidio il gol in finale di Champions…”

I due fratelli, bomber in campo e oggi allenatori di Serie A, protagonisti al Festival: “Lazio-Benevento? Ci sentiremo al telefono come sempre, siamo abituati così…”

Filippo e Simone Inzaghi insieme hanno fatto tantissime cose: sono stati compagni di squadra (in Nazionale) e avversari in Serie A, adesso sono rivali in un altro ruolo, quello di allenatore. Insieme però non erano mai saliti su un palco, per raccontare una vita passata a correre dietro a un pallone. Lo hanno fatto al Teatro Piccolo in occasione del Festival dello Sport: tutti e due sul palco con il giornalista G.B. Olivero. Un’ora di aneddoti, ricordi, un pieno di emozioni con mamma Marina e papà Giancarlo, accompagnati da Angela, fidanzata di Pippo, e dal secondogenito di Simone Lorenzo, a guardarli orgogliosi dalla platea.

TECNICA E GOL

—  

L’invidia è un sentimento che non appartiene a nessuno dei due: “Simone era più bravo di me – dice Filippo – ma è stato sfortunato dal punto di vista fisico. Ha segnato 4 gol in una partita di Champions, non ci sono riuscito nemmeno io. Senza il problema alla schiena avrebbe fatto meglio di me perché come doti tecniche era meglio di me”. “Sono stato molto fortunato perché ho avuto un fratello che mi è sempre stato accanto – risponde Simone -. Con la Var avrebbe ugualmente segnato tantissimo, per il calcio è stato un riferimento. È un vincente nella vita, ha fatto tutti i record che poteva. Ha fatto due gol in una finale di Champions e nello stesso anno anche nell’Intercontinentale. Il record dei 4 gol in una gara di Coppa me lo sono tenuto stretto, ma lui è l’unico attaccante di cui non sarei stato geloso. Gli invidio solo un gol in una finale di Champions”.

SE FOSSE STATO BARONE…

—  

Il momento più bello è stata la partita giocata insieme in azzurro: “Mi piacerebbe rivivere quei momenti in nazionale, abbiamo provato gioie incedibili. Quel giorno ho provato subito a passargli la palla – racconta Pippo -, io che non amo molto darla. Se ci fosse stato lui al posto di Barone, nel 2006, a Simone l’avrei passata… In quel mondiale pensavo di meritare più spazio, avevo venti minuti per timbrare un cartellino. Barone quasi non lo vidi, ero quasi sicuro di fare gol”. Il giorno più difficile invece fu quello del diluvio di Perugia, quando Simone vinse lo scudetto con la Lazio e Filippo lo perse con la Juve. “Lo chiamai come sempre subito dopo la partita – disse Simone -, come sempre. È stata una giornata strana, ma per noi non cambia niente”.

SALVEZZA E CHAMPIONS

—  

Non cambierà nulla neppure dopo la sfida tra Lazio e Benevento che si giocherà a pochi giorni da Natale: “Ci sentiremo prima e dopo perché queste sono le nostre abitudini. Quando ho perso contro di lui ai tempi del Milan a fine partita era dispiaciuto più lui di me, temeva mi cacciassero per colpa sua”, ricorda Filippo, che ora con il Benevento cercherà di fargli lo scherzetto: “Gli ho rubato tutto. È un modello come allenatore. Noi cercheremo di rendere la vita difficile a tutti”. Simone invece non vede l’ora di risentire la musichetta della Champions: “La aspettavamo da tanto, sono contento della squadra, non vediamo l’ora di giocarla”.

Precedente Strapotere Juve: poker alla Fiorentina, viola a -6 dopo cinque giornate

Lascia un commento