Inzaghi cambia l’Inter: pronta una gabbia per frenare Osimhen. E sulle fasce si vola

Il tecnico nerazzurro con una mediana di piedi buoni ma può anche abbassare il baricentro se serve. L’idea è colpire sugli esterni e lanciare Lukaku

Inzaghi e Spalletti si ritrovano lungo lo stesso vicolo, come in un Western, fermi esattamente a metà strada: in carriera tre vittorie per Simone, tre per Luciano, due pareggi. Sarebbe un equilibrio di rara perfezione, se non fosse per la classifica spietata di questa stagione: il tecnico napoletano ha messo una voragine grande 11 punti tra sé e il collega nerazzurro. Insomma, a fine 2022 il duello da film ha un chiaro vincitore, ma il calendario ha offerto all’interista la possibilità di cambiare subito la storia di questo campionato. Dal primo giorno di raduno-bis, quando ancora mezza squadra sognava in Qatar, non c’è stato giorno in cui Inzaghi non abbia pronunciato la parola “Napoli”: il 4 gennaio si proverà a mettere a frutto tutto ciò che è stato sperimentato nel laboratorio della Pinetina. Si proverà mettere un granello di sabbia nella macchina perfetta di Spalletti. Inceppare il suo attacco delle meraviglie, assaltare le fasce e mettere Lukaku nella migliore condizione per colpire: il diario dell’Inter è già pieno di buoni propositi per l’inizio del 2023.

L’Inter ha un’identità scolpita nel marmo e non sarà il Napoli a cambiarla: la squadra di Inzaghi ha palleggiato fischiettando nell’inferno del Camp Nou e farà lo stesso anche a San Siro, tra l’altro con lo stesso centrocampo. L’assenza di Brozovic impone la mediana dai piedi buoni Barella-Calhanoglu e Mkhitaryan, quella che ha custodito l’anima “giochista” dell’Inter nei mesi più difficili. Qualche cambiamento, però, si renderà necessario, senza snaturarsi troppo. I nerazzurri hanno, soprattutto, la necessità di mettere un anestetico all’attacco napoletano, il migliore della A con 37 reti segnate. Il lavoro addizionale sarà tutto sui difensori di centro-sinistra e centro-destra: non solo urgono raddoppi per ammorbidire il corpo a corpo in mezzo di Acerbi con Osimhen, ma Skriniar e Bastoni devono anche scalare ai lati: lo slovacco dovrà essere più deciso di quanto lo sia sul suo rinnovo, quando affronterà quel diavolo di Kvara, dall’altro lato l’azzurro incrocerà Lozano o Politano, clienti mai facili. Gradito, ovviamente, pure il sostegno delle mezzali.

Ali e baricentro

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Inzaghi sta immaginando da tempo tante partite dentro alla stessa: non cambierà il modulo, semmai atteggiamento e disposizione. Il ritorno di Lukaku, accentratore del gioco offensivo, condiziona di riflesso anche la fase difensiva: con Rom in campo, in certi momenti, può diventare quasi naturale abbassare il baricentro e, una volta catturata la palla, scatenare il belga in velocità. Ad esempio, se gli attacchi napoletani diventeranno una mareggiata, questa soluzione in ripartenza può diventare strategica. Ma è con la palla tra i piedi che l’Inter pensa di governare il match, fermandosi spesso sulle stazioni esterne: Dumfries contro Mario Rui e Dimarco contro Di Lorenzo sono le sfide da vincere. Altri duelli Western in cui l’Inter sa di poter sparare prima del nemico.

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