Inter, Zhang dà fiducia ai dirigenti. Marotta e Ausilio rinnovano sino al 2024

Definita l’intesa,a breve arriveranno anche le firme. Hakimi spinge per il Psg, Nainggolan vicino al passaggio a titolo definitivo al Cagliari

Le acque non sono delle più tranquille, anzi arrivano onde alte da attraversare, ma nessun dirigente nerazzurro lascerà la nave. La decisione è del presidente Steven Zhang che ha scelto di tenersi stretto il management campione di Italia. Anzi, per spazzare qualsiasi tentazione e silenziare strane voci che stridono attorno, il presidente ha definito i rinnovi dei quattro dirigenti apicali: in primis, l’a.d. Beppe Marotta, il Richelieu interista che nei mesi più difficili dello scorso autunno ha fatto da scudo alla tempesta, e il d.s. Piero Ausilio, l’uomo mercato dei nerazzurri chiamato al lavorare di fantasia in un’estate al risparmio.

Assieme a loro Dario Baccin, il vice d.s., e Roberto Samaden, direttore del settore giovanile. La firma vera e propria arriverà nei prossimi giorni, ma sarà solo forma: la sostanza è che nei pensieri presidenziali non c’è mai stata la minima idea di cambiare la squadra in azione alle sue spalle. Tutti i dirigenti erano in scadenza alla fine della prossima stagione, ma la data è stata spostata più in là di un paio di anni: dal 2022 al 2024. Insomma, un’orizzonte sufficiente per aprire un’altro ciclo in condizioni in un altro contesto: senza nuovi investimenti, l’Inter deve continuare a stare in vetta e, magari, rivincere ancora.

nuova era

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Il presidente Zhang ha fatto il passo giusto prima di riprendere l’aereo destinazione Cina e sottoporsi a un mesetto di quarantena obbligatoria in albergo: dalle parti di Nanchino il regolamento è assai stringente. La manifestazione di fiducia nei confronti dei dirigenti è quindi l’atto finale di questi quasi due mesi che Steven non dimenticherà: atteso a lungo come il principale invitato della festa, era sbarcato a Malpensa solo il 28 aprile, giusto in tempo per festeggiare il primo scudetto vinto da una proprietà straniera in questi luoghi.

Zhang ha misurato da vicino quanto possa essere contagiosa la passione nerazzurra, esplosa per le vie della città e attorno a San Siro. Ma ha verificato pure quell’atavico vizio tutto interista di complicarsi la vita e trasformare ogni gioia in un piccolo-grande dramma: giusto il tempo di consegnare la Coppa ad Antonio Conte e il generale che aveva portato la truppa al trionfo ha lasciato il fronte. La rescissione nasce da una distanza enorme tra tecnico e il club su progetti e ambizioni, ma la sfida di provare a stare ad alto livello (pur stringendo la cinghia) è stata raccolta da Simone Inzaghi: il presidente ha fatto in tempo a conoscere a cena il nuovo allenatore, ne ha apprezzato i modi garbati, l’entusiasmo e le idee chiare. Non bastasse, Zhang ha trovato pure il tempo per strappare la firma più importante, quella sul finanziamento che permette di guardare al futuro senza esagerati allarmismi. I 275 milioni ottenuti dal fondo californiano Oaktree, da restituire in tre anni e con in pegno le proprie azioni del club in mano a Suning, sono il vero lascito di questo passaggio presidenziale a Milano. Il tutto, però, si lega direttamente al rinnovo del management: una volta messi in sicurezza i conti, a loro il compito di preparare la cena col poco che c’è in frigorifero. Il diktat è chiaro e non è negoziabile, neanche di fronte all’incidente capitato a Christian Eriksen che aggiunge l’obbligo di aggiungere un centrocampista in più in rosa. Alla fine della sessione dovranno rimanere nel salvadanaio 70 milioni di utile e il costo del lavoro dovrà essere abbassato del 15%.

strategia

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Insomma, l’Inter quest’anno indosserà un vestito di una taglia, una taglia e mezza inferiore, ma questo non ha frenato Marotta e gli altri dall’accettare: la sfida non è facile, la concorrenza è cresciuta per forze e numero, ma l’Inter è convinta di poter costruire una squadra all’altezza. Entro il 30 giugno il mercato dovrebbe privare Inzaghi di un solo big, Achraf Hakimi che spinge con forza per abbracciare il Psg, pronto all’atteso rilancio da 70 milioni. Certo, si aggiunge lo sfortunato destino di Eriksen, un talento su cui non si può fare affidamento nel nuovo progetto. L’obiettivo, semmai, è alzare lo scudo per proteggere Lautaro dagli attacchi avversari: nessuno vuole separare ciò che il destino (e Conte) ha unito, quindi la Lu-La sarà ancora l’arma atomica. Semmai, bisogna raggranellare altro denaro da operazioni complementari in uscita: in casa Inter c’è fiducia sulla possibilità di trovare un accordo per Joao Mario allo Sporting, che finora ha giocato al ribasso. Mentre il risparmio all’ingaggio da 4,5 milioni di Nainggolan è dietro l’angolo: il ritorno definitivo al Cagliari è ormai ai dettagli.

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