Inter: summit Zhang-Conte? No, serve un confronto anche con i dirigenti

Le ambizioni e i piani di due anni fa sono ancora sul tavolo? Ci sarà un parziale ridimensionamento? È giusto che programmi e necessità siano spiegati in un incontro con tutti

Le celebrazioni per lo scudetto non sono ancora terminate, ed è giusto così dopo un’attesa lunga 11 anni. Però è indubbio che da alcuni giorni ormai l’attenzione è rivolta all’incontro chiarificatore che ci sarà la settimana prossima tra Steven Zhang, il tecnico Conte e i dirigenti Marotta, Ausilio, Antonello. Tutti insieme. Si è parlato a lungo del summit Zhang-Conte, ma è giusto invece che i programmi, le ambizioni, le necessità siano spiegati in un incontro in cui tutti siano presenti. L’Inter ha vinto un campionato esaltante e difficile.

In un momento critico, che poteva cambiare il corso della stagione, Conte si è caricato la squadra e in parte anche la società sulle spalle: ha compattato il gruppo e messo la freccia. Si è visto quanto conta avere un top coach. Non si aspettava Antonio di dover ricoprire tanti ruoli, ma lo ha fatto esaltandosi nelle difficoltà. L’Inter due anni fa lo andò a cercare e lo portò a Milano non solo garantendogli uno stipendio in linea con il suo valore, ma anche presentandogli un progetto molto ambizioso di lungo periodo: andare a colmare il gap non solo con la Juve in Italia, ma con le grandi d’Europa.

Nel frattempo c’è stata la pandemia, la crisi finanziaria, la necessità di un cospicuo finanziamento, che dovrebbe essere alle porte e permettere di saldare molti arretrati. Poi si penserà anche all’entrata di un socio. Le ambizioni e i piani di due anni fa sono ancora sul tavolo? Ci sarà un parziale ridimensionamento? Di questo bisognerà parlare in un incontro tutti insieme. Affinché non ci siano equivoci con nessuno e non escano versioni differenti in base ai protagonisti, ognuno con la propria personalità e il proprio ruolo. Zhang parlerà e spiegherà cosa aspetta l’Inter. Chi parteciperà – dal tecnico ai dirigenti – avrà il diritto e il dovere di dire la propria e di chiarire se crede nel progetto e vuole farne parte. In modo che ognuno sappia cosa pensano gli altri.

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