Inter, solo uno su tre è certo di rimanere

MILANO – Necessità di bilancio e cassa, ma non solo. Al di là dell’obiettivo di almeno 60 milioni di attivo da recuperare sul mercato entro il prossimo 30 giugno, e di un nuovo settlement agreement da rispettare, analisi e valutazioni tecniche su ciò che è stata finora la stagione e, evidentemente, su come finirà potrebbero portare ad una vera e proprio rivoluzione nella rosa interista. Solo un terzo degli attuali giocatori interisti, infatti, ha la relativa certezza di restare anche l’anno prossimo. Relativa perché, in ogni caso, dipenderà dalle offerte che, eventualmente, verranno recapitate in viale Liberazione. Ne dovessero arrivare di irrinunciabili, non ci potranno essere incedibili. Il resto dell’organico, invece, è sin da ora in bilico, oppure è destinato a fare le valigie.

Chi resta

Partendo dalle certezze, ovviamente, non si può che cominciare da Lautaro, ad oggi leader tecnico e anche morale, come si può leggere pure a parte. Gli altri punti fermi sono Barella, che, al di là del valore tecnico, ha caratteristiche uniche nel centrocampo nerazzurro, e Calhanoglu, leadership in crescita e attaccamento alla causa, nonché un rinnovo di contratto fino al 2026 ad un passo dall’annuncio. E, a proposito di prolungamenti, solo qualche settimana fa c’è stato pure quello di Darmian, garanzia da rincalzo come da titolare. Onana, dopo il sorpasso ad Handanovic, si sta dimostrando la scelta giusta per il futuro. E il futuro è anche Asllani, nonostante l’impiego ridotto: in viale Liberazione ce n’è l’assoluta convinzione. Per chiudere il gruppo, quindi, restano solo Dimarco, che si è preso la fascia e, dalla sua, ha anche il fatto di essere cresciuto nel vivaio, e Mkhitaryan, che ha assicurato costanza di rendimento, al netto di una carta d’identità che recita 34 anni.

In dubbio

Le situazioni più delicate sono proprio quelle dei nerazzurri in bilico. Tra questi ci sono anche Brozovic, non più indispensabile come un anno fa, e Bastoni, con cui dovrà essere trovato un accordo per il rinnovo, visto che è in scadenze nel 2024: rischiare un altro caso Skriniar, infatti, è impensabile. L’Inter vorrebbe prolungare anche con Dzeko e De Vrij, ma con il primo c’è da colmare la distanza tra domanda e offerta, mentre il secondo sta pesando di cambiare campionato. Il club nerazzurro punta al riscatto di Acerbi, occorre però che Lotito conceda uno sconto rispetto ai 4 milioni previsti dagli accordi presi lo scorso agosto. Lukaku, invece, la conferma (previo accordo con il Chelsea ovviamente…) se la deve conquistare con un finale di stagione all’altezza. E per Gosens, in ogni caso, dovranno essere bilanciate le prospettive tecniche e le richieste (dalla Bundesliga?) che arriveranno.

Chi parte

Per coloro che saluteranno la compagnia, infine, le motivazioni sono di differente origine e natura. A cominciare da quelle finanziarie, evidentemente. E, in questo senso, la pedina da sacrificare è stata identificata da tempo, ovvero Dumfries: a questo punto, con la speranza che chiuda in crescendo per non veder crollare la sua quotazione. Difficile, invece, incassare dagli altri partenti, visto che alcuni se ne andranno a contratto scaduto. Ed è il motivo per cui non è sicuro che quello dell’olandese, alla fine, sia l’unico addio pesante. I saluti più amari restano quelli di Skriniar, per il suo ruolo dentro la squadra e anche per le modalità con cui si è consumata la separazione. Per scelta, invece, non verrà prolungato il rapporto con Gagliardini e, con ogni probabilità, quelli di D’Ambrosio e Handanovic, a cui verranno riservati tutti gli onori, alla luce di ciò che hanno dato in questi anni alla causa. Poche chances anche per il riscatto di Bellanova. Mentre non sembrano esserci margini per insistere ancora su Correa: la prima opzione è la cessione a titolo definitivo, altrimenti via in prestito.


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