Inter show a Benevento: vince 5-2 con doppietta di Lukaku e il primo gol di Hakimi

Partita ricca di reti: gran debutto dal 1′ del marocchino che segna e fa assist. Di Gagliardini e Lautaro gli altri centri nerazzurri. Vidal si fa male all’esordio da titolare, ma Conte è a punteggio pieno. Per i campani a segno due volte Caprari

Dal nostro inviato Filippo Conticello

30 settembre – BENEVENTO

Conte ha prima salutato Pippo e poi gli ha scatenato contro le sue mille bocche di fuoco: bell’amico. E povero Inzaghi che poco ha potuto col suo volenteroso Benevento: il 2-5 finale non deve certo abbatterlo perchè arriveranno partite più morbide. Ma è la fotografia nuda e cruda di quello che può essere questa Inter in costruzione: basta che sia razionale come in questo recupero della prima giornata in terra sannita. Qui, per evitare l’impazzimento un’altra volta, Conte ha scatenato i nuovi, Hakimi-Vidal, e ha trovato tutt’altra squadra: più lucida ed energica. Il marocchino ha bullizzato almeno tre terzini che Inzaghi gli ha messo sulla strada, mentre Arturo è stato il solito acceleratore di potenza. Per il resto, Sensi ha ben altro dinamismo rispetto a Eriksen e Skriniar, recuperato alla causa dopo le sirene del mercato, aggiunge solidità alla difesa. Lo svolgimento è stato una logica conseguenza di queste premesse.

La partita

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Già dopo 29″ si sprigiona tutta la potenza della fuoriserie di Conte: Kolarov arma il sinistro per un lancio panoramico e poi Hakimi, dopo l’uno due con Sanchez, può fare quello che gli riesce meglio nella vita, infilarsi alle spalle del terzino avversario. Dopo il viola Biraghi, stavolta è toccato al povero Barba. Lukaku è il bomber destinato a raccogliere la manna dal cielo: lo ha fatto con la Fiorentina, si è ripetuto alla stessa identica maniera col Benevento. La sensazione è che non sarà l’ultima volta. La doccia gelata non impedisce al Benevento di essere se stesso, ovvero una squadra manovriera e coraggiosa in cui gli esterni devono spingere nel 4-3-2-1, ma questo spalanca le porte all’Inter quando ha campo davanti.

Dilagare

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Il raddoppio sgorga sempre dalla stessa fascia, con un cross del marocchino, ammorbidito dolcemente da Young: il gol lo fa con un bel sinistro Gagliardini, ma è il gioco sulle corsie a rubare l’occhio. Dopo l’esperimento di Perisic a San Siro, le fasce nerazzurre sembrano tornate ai legittimi proprietari. Poi Gaglia, particolarmente in palla, offre l’assist per il 3-0 facilissimo di Lukaku. Insomma, un festival che i 1000 del Vigorito sono costretti ad applaudire. L’ortodossia contiana presuppone, però, che la palla si giochi sempre dal basso: a volte la sfera scotta troppo sui piedi di Handanovic che, così, fornisce sotto forma di pacco regalo l’occasione trasformata da Caprari nell’1-3. In questo caso, niente di particolarmente grave per Conte, ma verranno partite in cui sarà meglio non fare questi doni agli avversari. E a proposito di offerte, dopo i tanti passaggi elargiti ai compagni, è il formidabile Hakimi a ricevere un omaggio: glielo fa il povero Letizia che cicca nell’aria piccola, e Achraf segna comodamente il quarto gol, ciliegina di un primo tempo super.

Secondo tempo

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Al di là del punteggio, il Benevento ha piena cittadinanza in questa categoria e lo dimostra regalando un secondo tempo coraggioso: il palo timbrato da Moncini, dopo bello scambio, e l’occasione di Letizia sono un esempio delle buone armi in possesso di Inzaghi: contro avversari più morbidi dell’Inter potrà sfruttarle, intanto può consolarsi con il meritato bis segnato da Caprari. Conte, invece, nella ripresa perde presto una delle sue frecce: Vidal lascia per un dolore alla coscia e verrà valutato nelle prossime ore. Gli ingressi successivi di Brozovic, Perisic e di Lautaro per Lukaku (l’argentino fa in tempo pure a segnare il quinto gol della serata) sono da leggersi in ottica Lazio. Domenica l’Inter vuole confermarsi lassù e il primo scontro diretto arriva al momento giusto. Benevento, però, regala un’altra bella notizia: il fatto che in un impianto così raccolto ci siano mille persone, ben distribuite sulle due tribune, fa sembrare la partita più vicina alla normalità. Il vociare del pubblico si sente finalmente distinto, il tifo e i fischi percepiti dai giocatori sono piccolo pezzi di vita riconquistata.

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