Il mercato, lapalissiano sottolinearlo, è un gioco a incastri. E il niet del fondo Oaktree per Mario Hermoso, 29 anni compiuti il 18 giugno con (caso vuole) pure 29 presenze agli atti in Champions League, è un assist per il Napoli di Antonio Conte. Che sta realizzando, uno dopo l’altro, i sogni di Simone Inzaghi, visto l’epilogo della vicenda Buongiorno. Mentre quest’ultimo era economicamente irraggiungibile, Hermoso aveva spalancato le porte all’Inter, chiedeva un ingaggio congruo al suo status (3,5 milioni più bonus) ed era svincolato, terreno di caccia prediletto da Marotta ai tempi di Suning. Con i cinesi l’input era semplicemente quello di non spendere e per questo era stata scelta la strada dell’instant-team, con giocatori pronti – preferibilmente a scadenza – senza badare troppo alla carta d’identità.
Oaktree, l’autogol Hermoso
Oaktree ha alzato l’asticella perché, oltre al contenimento dei costi, chiede che si peschi tra giocatori che possano essere rivenduti generando guadagno. Quindi, non potendosi permettere un Gvardiol, l’Inter che verrà dovrà usare tanto lo scouting e azzeccare più scommesse possibili. Hermoso però doveva essere l’eccezione: per non regalarlo alla concorrenza, perché era un giocatore dal profilo internazionale e perché con lui magari in un futuro sarebbero state più digeribili eventuali offerte per Bastoni. Per questo il no allo spagnolo è stato il primo autogol del fondo.
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