Inter: rompicapo Vidal tra cessione, risoluzione e conferma (forzata). E quel nodo contrattuale…

Nerazzurri al lavoro per trovare una sistemazione al cileno. Si raffreddano le piste sudamericane e nessun top club europeo si fa avanti. In caso di addio, bisognerà anche valutare le ripercussioni legate al decreto crescita, di cui il club non potrebbe beneficiare

Adesso è corsa contro il tempo, perché il nodo Vidal si fa sempre più intricato. Mentre il Guerriero prosegue la preparazione nel ritiro di Appiano, dov’è giunto lunedì, la strada che dovrebbe portare all’addio del cileno si arricchisce di ostacoli e intoppi. La posizione dei nerazzurri non cambia di una virgola, con la massima disponibilità nel valutare qualsiasi formula sul piatto (dalla cessione alla risoluzione), ma il centrocampista nicchia e le alternative scemano di giorno in giorno. Colpa delle voci che (non) arrivano dal Sudamerica e di un mercato in generale statico (e povero), ma anche di sfumature legali e contrattuali da valutare con molta attenzione alla luce dei benefici fiscali previsti dal decreto crescita.

RIPARTENZA

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“Si ricomincia carichi”, ha garantito Vidal sul proprio profilo Instagram dopo il primo allenamento coi compagni al Suning Training Center. D’altra parte, nonostante l’etichetta di “esubero” che si trascina da un po’, il cileno resta a tutti gli effetti un giocatore dell’Inter, forte di un contratto fino al prossimo anno a 6,5 milioni (netti) e con l’ambizione di continuare a misurarsi ad alti livelli. L’eventuale addio anticipato, nei piani del giocatore, è finora passato esclusivamente attraverso un’alternativa di prestigio (sia dal punto di vista sportivo che economico). Ma quelle alternative non si sono ancora presentate e nel frattempo il tempo corre.

POCHE OPZIONI

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Nonostante le ricorrenti voci degli ultimi giorni circa l’interesse di club come Boca e Flamengo, da Argentina e Brasile non si registrano conferme. Al contrario, mentre la stampa locale ignora l’argomento, fonti vicine ai due club in questione sostengono che il cileno sia ampiamente fuori portata a causa dell’alto ingaggio (che Vidal non pare disposto a ridursi tanto a cuor leggero). I contatti allacciati con l’entourage del giocatore, sempre in ottica di un possibile arrivo da svincolato, non hanno avuto seguito, almeno finora. Prova ne è la decisione del Flamengo di virare con decisione su Rafinha (altro ex Inter), Thiago Mendes e Kenedy, tutte opzioni dal costo decisamente più contenuto. Il Boca sarebbe addirittura più freddo, perché a disposizione di un budget di gran lunga inferiore rispetto a quello dei brasiliani. Tra l’altro, il mercato in Argentina chiuderà giovedì, senza garantire il tempo sufficiente a definire una trattativa complessa e onerosa come sarebbe quella per il cileno.

REBUS DECRETO

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Nessuna offerta concreta nemmeno da club europei, quantomeno da quei club graditi al giocatore. Che però, decidendo di puntare i piedi restando a Milano, rischia la prospettiva di vivere una stagione ai margini (o anche solo sei mesi), un “lusso” forse eccessivo per un 34enne. La faccenda dunque si complica ulteriormente, con l’evidente necessità di soppesare bene tutti i pro e i contro. Una necessità, questa, anche da parte dell’Inter una volta presa la decisione di privarsi del giocatore. In relazione all’attuale contratto del cileno, la dirigenza nerazzurra deve infatti fare i conti con i nodi del decreto crescita, che condiziona il riconoscimento dei benefici fiscali al raggiungimento dei due anni di contratto. Due anni che il cileno completerebbe solo a settembre del prossimo anno, quando si attiverebbe anche l’opzione per un ulteriore anno di contratto.

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