Inter, rischio addii? Fondamentali quei 50 milioni…

MILANO – La bagarre in campionato per i primi quattro posti non garantisce nulla a nessuno, tantomeno a una squadra che non trova continuità con le “piccole” e che ha già perso sette partite in Serie A in questa stagione. L’Inter non può permettersi di mancare la qualificazione alla Champions dell’anno prossimo, il traguardo è troppo importante per questioni di bilancio e quei ricavi sono imprescindibili alla luce della crisi di liquidità e dei delicati equilibri finanziari della società di Zhang. Non entrare tra le 32 squadre partecipanti alla prossima fase a gironi di Champions costerebbe al club quasi 50 milioni di euro in colpo solo. La classifica per il momento è meglio non guardarla, il margine risicatissimo tra le pretendenti ai primi quattro posti in prima classe rende impossibile qualsiasi previsione.

Scenario peggiore

Un buco profondo che le casse non possono permettersi, visto che i budget attuali sono stati stanziati considerando i nerazzurri tra le prime quattro del campionato in corso e inserendo nei piani di sacrificio una sola cessione eccellente, con Dumfries o Brozovic in testa a tutti. In caso contrario c’è il rischio concreto di dover ricorrere ad altri addii forzati, con i nomi di Lautaro, Barella e Bastoni che ingolosiscono le pretendenti all’estero. Un declassamento in Europa League non potrebbe di certo essere considerato un salvagente a livello economico, in virtù della grande disparità tra i due tornei Uefa. Inoltre l’Inter senza Champions non sarebbe più così allettante, sia per chi è già in rosa e vuole competere per il meglio sia per chi dovesse finire al centro del tavolo delle trattative in entrata con prospettive limitate.

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Conti in mano

Le prestazioni in campionato non corrono certo su un binario diverso rispetto a quelle europee, considerando la sfida di ritorno del 14 marzo contro il Porto altrettanto importante a livello economico (e non soltanto sportivo e di blasone). Con il passaggio ai quarti di finale gli introiti della Champions di questa stagione toccherebbero quasi i 70 milioni, a cui vanno poi aggiunti i ricavi da stadio per i biglietti venduti tra fase a gironi e fase a eliminazione diretta. Sempre senza considerare gli incassi con i pienoni di San Siro, la società dalla campagna continentale infatti ha intascato fin qui 58 milioni, a cui se ne aggiungerebbero quasi 11 per il passaggio alla fase successiva e un’altra fetta della quota di Market Pool 2. In virtù del settlement agreement dell’Uefa iniziato già in questo esercizio con il monitoraggio da Nyon, diventerebbe poi ancora più complicato riuscire a risalire la china verso i vertici del calcio internazionale. Quello esaminato sotto la lente d’ingrandimento sarà il prossimo esercizio, ma operando già in un regime con diverse limitazioni sarebbe a dir poco complesso rimettersi in carreggiata e tornare a regime senza gli introiti sicuri della Champions. Attualmente le operazioni di cassa in corso poggiano sull’accordo di finanziamento concluso tra Suning e Oaktree, che però si erode con il passare del tempo e avrebbe bisogno di nuovi introiti per garantirsi un sostentamento autonomo, senza interessi o ulteriori aggravi nel lungo periodo. Il ridimensionamento viene visto come un incubo da tutto l’ambiente, non soltanto dai tifosi, a maggior ragione per una squadra che poco più di un anno e mezzo fa si laureava campione d’Italia con propositi ben diversi dal punto di vista dei successi in prospettiva. Le prossime settimane saranno decisive per l’Inter del futuro.

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