Inter-Napoli reparto per reparto. Brozovic contro Fabian, che duello in regia

I campioni d’Italia contro la capolista guidata dall’ex Spalletti. Di fronte anche il miglior attacco e la difesa che ha subito appena 4 reti

Berardino-Taidelli

18 novembre – Milano

Si riparte col botto. Dopo la sosta per le nazionali il calendario apparecchia un Inter-Napoli che promette scintille. I campioni d’Italia vogliono accorciare sulla vetta vincendo il primo scontro diretto stagionale. L’ex Spalletti torna per la prima volta al Meazza alla guida di un Napoli ancora imbattuto e deciso a non fermarsi. Analizziamo la sfida di domenica (ore 18) attraverso il duello tra i reparti e tra i due registi, Brozovic e Fabian Ruiz.

Difesa contro attacco

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Dopo la sconfitta contro la Lazio, l’Inter ha stretto qualche vita e concesso molto meno nelle gare seguenti. Prova ne sia che Handanovic ha subito gol soltanto su piazzati (diretti e non), compreso l’autogol di De Vrij nel derby. Proprio l’olandese però sarà il grande assente contro lo spauracchio Osimhen. Inzaghi potrebbe sostituirlo con Ranocchia, oppure accentrare uno dei due braccetti Skriniar e Bastoni. Al posto dello slovacco, su Insigne andrebbe D’Ambrosio, altrimenti a sinistra sarebbe Dimarco a incrociare l’ex Politano. Quale che sia la scelta, servirà il consueto lavoro di squadra per frenare anche gli inserimenti delle mezzali di Spalletti.

Con il tridente l’attacco del Napoli fa sgusciare Politano e Insigne ai lati di Osimhen. L’ex interista e il capitano invece arretrano sulla trequarti con il 4-2-3-1 in una batteria di incursori che fa leva su Zielinski al centro. In entrambi i casi, comunque rimangono di base i precetti che Spalletti ha trasmesso al suo Napoli: il possesso palla è finalizzato a rapide verticalizzazioni. Sfruttando anche la velocità di Osimhen, che si è rivelato vero bomber. Cinque gol in campionato oltre ai quattro in Europa League per il nigeriano che con Spalletti sta crescendo molto. È più incisivo e determinato al tiro. Inoltre, sta incanalando la sua rapidità sull’intero fronte offensivo. È tornato dalla nazionale col bottino di due reti. Domenica cercherà il primo gol al Meazza. Tanta voglia di riscattarsi da parte di Insigne dopo la mancata qualificazione diretta al Mondiale che ha chiamato in causa soprattutto la sua prestazione in Irlanda. Il capitano insegue il primo gol su azione in questo campionato dopo i quattro realizzati tutti dal dischetto.

La sfida a centrocampo

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Per Inzaghi, Barella (anche se in Nazionale è apparso inevitabilmente stanco, avendo giocato sempre) e Brozovic sono imprescindibili. Calhanoglu nelle ultime uscite ha dato risposte importanti e sembra favorito su Vidal. Senza dimenticare che tre giorni dopo l’Inter giocherà un’altra sfida decisiva. Battendo infatti lo Shakhtar (e se lo Sheriff non supererà il Real) i nerazzurri sarebbero infatti agli ottavi di Champions con un turno d’anticipo, senza dipendere dalla sfida a Madrid, il 7 dicembre. Con Darmian e Perisic sulle fasce, l’incognita soprattutto in mediana è legata a come i giocatori torneranno dalle nazionali.

La fisionomia del centrocampo del Napoli al Meazza dipenderà, prima di tutto, dall’assetto tattico che Spalletti sceglierà. Un rebus che si riconduce ai due moduli di riferimento nella stagione del Napoli: il 4-3-3 e il 4-2-3-1, che era stato l’assetto di partenza e quello poi utilizzato prima della sosta. Con il doppio mediano , si va verso la coppia Anguissa-Fabian Ruiz. Due pilastri nella fase di sviluppo della manovra. Il camerunese è la vera rivelazione. Arrivato a fine agosto dal Fulham, è riuscito a compattare il reparto. È abile nel rilancio dell’azione, sfoderando pure giocate geometriche, ma soprattutto garantisce sostanza e affidabilità. Non solo diga e rampa del gioco, Anguissa “copre” pure le spalle a Fabian Ruiz, che così può sentirsi più sicuro al volante della squadra nel suo ruolo di regista. In un centrocampo a tre, Anguissa va a destra e alla sinistra di Fabian Ruiz viene arretrato Zielinski. Il polacco per domenica potrebbe però subire la concorrenza, anche nel corso della gara, da parte di Elmas, che con una doppietta ha spinto la Macedonia ai playoff per il Mondiale.

Attacco contro difesa

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Anche in attacco Inzaghi è senza certezze. Correa e Lautaro hanno giocato contro il Brasile, con il Toro uscito malconcio dopo un tempo. Sanchez con il Cile ha accusato l’ennesimo infortunio muscolare, Dzeko è reduce dal risentimento al flessore accusato durante il derby che gli ha fatto saltare i due impegni contro la Bosnia. Già fondamentale di suo, Edin sarebbe importantissimo per fare girare tutta la fase offensiva e tenere impegnato Koulibaly, per aprire spazi ai compagni. Aspettando che Lautaro ritrovi la via del gol, persa da un mese e mezzo.

La difesa bunker del Napoli è pronta all’assalto del migliore attacco della Serie A. Appena quattro i gol subiti dagli azzurri in Serie A: al top tra i cinque maggiori campionati europei al fianco del Chelsea che però ha disputato una partita in meno. Un reparto che sotto la guida di Luciano Spalletti è diventato granitico. Trovando però una propria identità strada facendo. Con titolari che si sono sopraggiunti. Tra i pali Ospina ha scavalcato Meret che si era infortunato e poi ha mantenuto il posto soltanto in Europa League. Al fianco di Koulibaly si è imposto Rrahmani, che era stato chiamato a rilevare Manolas, in sosta ai box per guai muscolari. Un reparto che concede poco o nulla. Ma che sa pure proporsi in proiezione offensiva. In questo senso la spinta da parte di Di Lorenzo (a destra) e di Mario Rui (a sinistra) assicura un grande apporto in fase di costruzione. E dalle nazionali, Di Lorenzo e Rrahmani sono tornati con un gol ciascuno segnato con Italia e Kosovo. Contro l’Inter sarà però un vero esame per la difesa bunker di Spalletti.

Brozo e Fabian

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Marcelo Brozovic è l’ombelico dell’Inter. Si accolla tanto lavoro sporco sia come schermo davanti alla difesa sia quando ci sono da gestire i palloni bollenti davanti alla propria area. Gasato dalla qualificazione della sua Croazia a Qatar 2022, Epic stavolta non avrà alle spalle De Vrij, accanto al quale spesso si abbassa per far alzare i braccetti e pulire l’uscita dell’azione. Come fanno ormai tutti (vedi anche Pioli con Krunic), anche Spalletti – che peraltro è il primo ad averlo piazzato basso negli anni nerazzurri – chiederà a uno tra Anguissa e Zielinski di braccare il croato per togliere all’avversario la principale fonte di gioco.

Nel faccia a faccia con Brozovic risalteranno le qualità che Fabian Ruiz sta alimentando di più dall’arrivo di Spalletti. Il tecnico gli ha chiesto di portare meno il pallone e di esser più rapido nello smistarlo. Così il 25enne spagnolo è il centrocampista con più tocchi del pallone in Serie A. A quota 1.044 è secondo nella relativa graduatoria che vede al comando un altro giocatore del Napoli, Giovanni Di Lorenzo (1.055) . Alla quarta stagione in azzurro, l’ex Betis sta trovando la sua fisonomia giusta. Ed è diventato il regista che orienta la manovra dopo che è in estate era stato in lista d’uscita. Il suo modo di giocare sempre più in verticale lo spinge spesso al tiro. Il suo sinistro ha lasciato il segno tre volte in questo campionato (già raggiunto lo stesso bottino finale delle due precedenti stagioni di A). E a Milano un suo gol nel 2020 fu decisivo per superare l’Inter in semifinale e andare poi a vincere la Coppa Italia nella finale contro la Juve. Domenica Fabian Ruiz ci riproverà.

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