Inter, missione Inzaghi: contro il Bologna sorpasso e contratto

È a rrivata un’altra partita della vita, come quella che ha giocato e vinto il 14 maggio del 2000 con la maglia numero 21 della Lazio. Celebrò quel giorno il suo unico scudetto da calciatore e anche se la sfida di oggi non garantirà, in caso di successo, la conquista del suo primo titolo da allenatore, è chiaro che per Simone Inzaghi, a Bologna, ci sarà in palio un campionato intero: se vincerà in casa di Sinisa Mihajlovic, un vecchio amico proprio di quella storica giornata in biancoceleste, avrà grandi possibilità di arrivare in vetta il prossimo 22 maggio.

Obiettivo sorpasso

Una volta compiuto il sorpasso, il destino dell’Inter dipenderebbe solo e unicamente dalle sue ultime quattro partite. Inzaghino non vuole guardare troppo avanti, anche lui, come tutti gli allenatori, ha le proprie scaramanzie da rispettare: si sarebbe aspettato un bel regalo dalla Lazio, domenica notte, ma dopo il guizzo di Tonali e l’ennesimo controsorpasso del Milan, ha capito che è meglio pensare solo alle vicende di casa propria. A Bologna per vincere, come avrebbe voluto fare il 6 gennaio contro una squadra decimata dal Covid e da altre indisponibilità: stavolta ci sarà anche Medel, riabilitato proprio alla vigilia, ma dopo la clamorosa vittoria di Torino contro la Juve, la lezione a Pioli nella seconda semifinale di Coppa Italia e il trionfo contro il Mourinho dal cuore nerazzurro, Simone ha capito di aver ritrovato l’Inter che il 5 febbraio scorso si era presentato al derby di campionato con 4 punti di vantaggio e una partita da recuperare. Si è riacceso Lautaro, è ricomparso finalmente Correa, per il quale aveva garantito in prima persona davanti a Zhang e Marotta, è guarito Brozovic, si è rimesso a correre anche Barella e ha ritrovato l’ispirazione anche Calhanoglu.

Il contratto

Serve l’ultimo sprint, prima di celebrare l’eventuale primo posto che potrebbe avere, per il tecnico, un valore molto alto non solo dal punto di vista sportivo ma anche sotto il profilo economico. Con il presidente e l’amministratore delegato ha già un accordo di massima per il rinnovo di un contratto che verrà prolungato fino al 30 giugno del 2025. Un altro biennale, a cifre ovviamente superiori a quelle attuali: Inzaghi passerà dai 4 milioni netti più bonus (il primo è entrato con la conquista della Supercoppa, i prossimi riguardano la Coppa Italia e il campionato) ai 5,5 che potrebbero addirittura diventare 6 qualora si presentasse al tavolo per la firma con lo scudetto sul petto. L’attesa potrebbe giocare proprio a suo favore, tutto ovviamente dipenderà dall’esito della corsa contro il Milan e anche dalla quarta sfida contro la Juve di Allegri. Inzaghi ha avuto la forza di non smarrirsi tra febbraio e marzo, quando in sette partite aveva conquistato soltanto 7 punti sui 21 a disposizione: l’Inter sembrava scomparsa dal campo, l’impresa di Liverpool e la delusione per l’addio alla Champions avevano rispedito Simone di nuovo al confronto con Antonio Conte, dal quale aveva ereditato una squadra molto diversa, indebolita dalle cessioni di Lukaku e Hakimi e dallo stop di Eriksen. Inzaghi, davanti a un’occasione del genere, non perse più di una notte per tagliare il cordone ombelicale che lo legava alla Lazio: con qualche idea e tanto lavoro era convinto di poter competere comunque per lo scudetto, anche se il presidente Zhang non aveva posto il titolo come condizione per una successiva conferma. Se l’Inter arrivasse seconda, quel rinnovo di cui vi abbiamo rivelato le condizioni verrà comunque reso esecutivo perché la conquista della Supercoppa, gli ottavi di Champions e la finale di Coppa Italia dopo 11 anni oltre all’eventuale medaglia d’argento in campionato sono già considerati traguardi che valgono un rinnovo biennale. Simone è piaciuto per la capacità con cui ha gestito lo sbarco in una piazza così esigente e stressante come quella di Milano e il momento di crisi in pieno inverno: il rilancio di Dzeko a costo zero, l’esplosione di Dumfries e l’idea vincente di Calhanoglu sono le medaglie che la società ha già messo sul petto di Simone. Manca ancora quella per la scelta di Correa, dettata più dal cuore che dai numeri, ma proprio tra Bologna e l’ultima sfida di campionato con la Samp il tecnico è convinto di conquistarla. Ovviamente, se fosse possibile, con lo scudetto. In quel caso Conte resterebbe, con pieno merito, un grande rappresentante della storia nerazzurra mentre Inzaghi diventerebbe l’eroe del presente e del futuro già con più titoli del suo più celebre predecessore.

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