Inter, Inzaghi mago di Coppe: ora deve inventare un altro trucco

E ora il “Mago di Coppe” Inzaghi deve inventarsi una nuova magia. Quale? Far credere ai suoi giocatori che le 9 giornate che mancano alla fine del campionato saranno tutte sfide di Champions, e tutte da dentro o fuori. Già perché, alla fine, tra le spiegazioni più plausibili per l’enorme differenza di rendimento tra serie A e, appunto, le Coppe c’è proprio la testa, l’approccio mentale, la differenza di motivazioni. Del resto, com’è possibile che una squadra capace di eliminare il Barcellona dominatore della Liga nella prima fase di Champions, il Porto negli ottavi e di prenotare la semifinale (attenzione comunque al ritorno) andando a vincere in casa del Benfica, capolista in Portogallo, carnefice della Juventus e imbattuto pure con il Psg, in campionato arrivi ad accumulare 10 sconfitte in 29 turni? La verità è che per molti nerazzurri (e ce ne sono diversi con il futuro in bilico…) questa Champions rappresenta un’occasione unica e forse irripetibile, mentre inseguire un semplice quarto posto in campionato sia un obiettivo che non scalda, che non coinvolge. 

Riposo premio

Ecco perché ora occorre trasportare quella mentalità anche in serie A, facendo capire come anche il pass per la prossima Champions sia altrettanto fondamentale. La prima verifica in questo senso sarà sabato contro il Monza: una partita che l’Inter deve vincere a tutti i costi, dopo aver accumulato un solo punto nelle ultime 4 giornate. Così, per arrivarci nel migliore dei modi, Inzaghi ha deciso di concedere un giorno di riposo alla sua truppa: scelta comunicata sull’aereo di ritorno da Lisbona. La comitiva è atterrata attorno alle 3.30 del mattino, i giocatori hanno dormito alla Pinetina e poi è scattato il rompete le righe. Oggi, ad Appiano, hanno lavorato solo Calhanoglu, difficile che sia a disposizione già per la sfida con i brianzoli, si punta al ritorno con il Benfica, e Skriniar, il dolore non lo abbandona e così è tutto più incerto. 

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Piano gara perfetto

La verità, peraltro, è che anche Inzaghi dà il meglio di sé nelle Coppe e nelle sfide senza un domani. E, al di là del Benfica, lo dimostra in maniera evidente il suo curriculum: 4 Supercoppe e 2 Coppe Italia a soli 47 anni, roba che allenatori più “chilometrati” si sognano… Quel tipo di sfide, evidentemente, esaltano le sue capacità di preparazione della partita, tra la lettura delle caratteristiche degli avversari e studio della strategia ideale per andare a far loro male. Contro il Benfica, ad esempio, è stato capace di disinnescarne il possesso palla e la rapidità nello sviluppo della manovra. Come? Attraverso il palleggio e la costruzione da dietro, sfruttando l’ampiezza degli esterni e andando a piazzare costantemente un centrocampista sulla trequarti difensiva a ricevere palla, sapendo che lì i portoghesi difficilmente ci sarebbero arrivati. Chiaro che poi la differenza l’ha fatta l’esecuzione dei suoi giocatori: significa che è stato in grado di convincerli della validità di quelle scelte tattiche. E allora questa è anche la dimostrazione di come abbia ancora in pugno il gruppo. 

Coesione e compattezza 

Anzi, tornando all’aspetto psicologico, per “costruire” la partita, Inzaghi ha insistito proprio sui concetti di “unità” e “insieme”, chiamando il suo gruppo a dimostrare come l’Inter sia una squadra compatta e coesa, che rema tutta dalla stessa parte. Fondamentali pure fiducia e autostima, perché comunque Lautaro e soci non vincevano da 6 gare, nelle quali erano state sprecate valanghe di occasioni. Ebbene, in queste settimane, il tecnico piacentino non è mai stato “distruttivo”. Al contrario, ha sempre sottolineato l’impegno dei suoi uomini anche dopo le sconfitte. E allora insistere nel fare le cose che, in questi quasi due anni, hanno portato l’Inter in alto non poteva che essere la strada giusta. I giocatori lo hanno seguito ed è nato il capolavoro del Da Luz. Adesso non resta che ripetersi pure in campionato. 

 Inzaghi: "Godiamoci la serata e il piccolo vantaggio"

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Inzaghi: “Godiamoci la serata e il piccolo vantaggio”

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