Inter, Inzaghi ha chiamato Lukaku. Cosa si sono detti

Lukaku sul trono dei cannonieri europei come Immobile un anno fa. È questa l’ha promessa che ha fatto Inzaghi a Big Rom in occasione del primo contatto telefonico avvenuto tra i due. «Ti farò vincere la “Scarpa d’oro”», ha garantito il tecnico al suo nuovo attaccante. E chissà che sia stato proprio questa prospettiva ad accendere la scintilla tra i due, come ha fatto capire il bomber belga, quando, nei giorni, scorsi ha rivelato la telefonata e pure di essere rimasto molto soddisfatto da quel primo colloquio. Nulla di cui sorprendersi, comunque. Inzaghi è uno di quegli allenatori che ha facilità nell’entrare in sintonia con i suoi giocatori. Sa come confrontarsi, come dialogare, come toccare le corde giuste. Forse perché è stato anche lui calciatore. Per la precisione, attaccante. E allora ecco che il feeling con Lukaku, e ancora prima Immobile, è presto spiegato.

Inzaghi, dopo Immobile ora Lukaku

Ciro e Inzaghi sono stati insieme alla Lazio per 5 stagioni e lo score del bomber di Torre Annunziata è stato straordinario: 123 reti in 177 gare di campionato, che diventato 150 in 219 apparizioni complessive, considerando tutte le competizioni. L’exploit è arrivato appunto nell’annata 2019/20, quella in cui, non a caso, la formazione biancoceleste è arrivata ad accarezzare lo scudetto. Ebbene, Immobile fu capace di segnare 36 volte in 37 partite giocate, mettendosi dietro Lewandowski e Cristiano Ronaldo: in pratica, la Lazio partiva sempre da 1-0. Prima di incrociare Inzaghi, invece, Ciro era un bomber in difficoltà, reduce dalle esperienze non eccezionali a Dortmund e Siviglia. Lukaku, invece, è un attaccante in prepotente ascesa. Conte l’ha plasmato rispetto al calcio italiano, rendendolo dominante. E c’è da dire che i suoi numeri nerazzurri sono in linea con quelli di Immobile: 47 centri in 72 gare di campionato, 64 in 95 in totale. Significa che Inzaghi proverà a metterlo nelle condizioni di essere ancora più letale.

Tutti gli approfondimenti sull’edizione del Corriere dello Sport – Stadio

Precedente Xavi: "Barcellona? Non ho alcuna fretta" Successivo Torino, per la porta c'è Montipò

Lascia un commento