Inter, il triangolo no: Vidal insostituibile, Barella c’è sempre ma Eriksen non si vede…

Arturo piace, però sarà dura senza Kanté. Sensi stecca, il danese resta in panchina per tutta la gara nonostante i 5 cambi

Il triangolo sì che l’aveva considerato. Con lo spirito di Kanté, pure se il mercato che chiude oggi Kanté non glielo regalerà. E allora bisogna organizzarsi di conseguenza. Antonio Conte centrocampista era e da centrocampista ragiona, quando dei suoi giocatori in quel ruolo dice: «Li sto abituando a giocare in tutte e tre le posizioni. Ci aspetta un’annata dura e stancante: bisogna essere duttili». Duttili com’era lui, utile, decisivo e indispensabile in ogni fase e in ogni centimetro del campo. Quel che Conte ieri ha ottenuto per lungo tempo da Barella, Vidal e Gagliardini, il triangolo che aveva preso la partita in mano, prima di vedersela sfuggire di colpo.

finché regge Arturo

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Punto primo: quali sono le tre posizioni di cui parla Conte? Centrale, mezzala (nel caso di ripristino del 3-5-2) e trequartista. Il triangolo di ieri, con vertice alto per il 3-4-1-2, ha retto fin quando la cresta di Vidal non s’è abbassata, per sopraggiunti limiti fisici. Arturo ha lasciato il ruolo di trequartista a Barella, s’è messo a fare legna davanti ai tre centrali, dopo un quarto d’ora ha sradicato un pallone dai piedi di un avversario e ha fatto ripartire l’azione: ah, ma allora è possibile, si è chiesto il mondo interista? Arturo è l’esempio perfetto del centrocampista duttile, anche se l’impressione è che Conte farà una fatica da matti per toglierlo dalla posizione di mediano. Ruolo, davanti alla difesa, che è il pane quotidiano di Barella. Conte ne farà un esempio di match analysis al video, della sua partita: interpretazione perfetta, continuità di rendimento nell’arco dei 90’, doppia fase da manuale. Certo, la sfida di Conte è complicata da vincere. Perché le caratteristiche dei giocatori puoi ritoccarle, ma non cancellarle. S’è visto anche ieri, pur dentro una prestazione positiva. L’ultimo passaggio è storia che se non ce l’hai dentro, non la inventi. E aiuterebbe in diverse occasioni a sganciare più facilmente Hakimi in fascia oppure a innescare le due punte con maggiore

frequenza e con una variabilità tattica maggiore, senza appoggiarsi troppo al lavoro spalle alla porta di Lukaku.

note stonate

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In una parola, servirebbero Sensi o Eriksen, in fondo i due trequartisti di qualità in organico. Perché no, non è tutto oro ciò che luccica. Nel centrocampo mobile si legge pure qualche brutta notizia: ci sono occasioni sprecate e occasioni neanche concesse. Ad esempio, con un uomo in più, nel pressing finale, l’Inter aveva un dannato bisogno di Stefano Sensi, motorino sempre imprevedibile. Era stato spedito in campo per aggiungere dinamismo in una mediana altamente muscolare, ma tutto è finito (troppo) presto alle ortiche. Tra l’altro, l’ex Sassuolo si è presentato nella nuova stagione con una valigia piena di buoni propositi: dopo i troppi infortuni del passato, aveva bisogno solo di un po’ di semplice continuità. Eppure, contro la Lazio ha “tradito” nel momento del bisogno. Un peccato di inesperienza, una di quelle doti che Conte reclama per crescere. Insomma, dopo il rosso di Immobile, in una gara che cresceva nel nervosismo, sarebbe stato meglio evitare qualsiasi corpo a corpo non richiesto con gli avversari. Mancherà nel derby, non sarà lui l’uomo sulla trequarti contro Pioli. Le ultime evidenze fanno pensare che non abbia particolari chance neanche l’altro trequartista arruolabile: se mai ce n’era bisogno, ieri è arrivata l’ennesima, fragorosa bocciatura per Christian Eriksen. È rimasto seduto all’inizio, quando Conte gli preferiva Barella. È rimasto seduto quando sarebbe servito congelare la palla, mentre la Lazio prendeva coraggio. È rimasto seduto anche quando i nerazzurri tentavano alla fine il guizzo in extremis come a San Siro contro la Fiorentina. Su cinque cambi a disposizione, neanche uno per il danese arrivato con la fama (e lo stipendio) del top player. Mentre Conte compone e scompone il reparto, allena i centrocampisti ad ogni possibile scenario, Eriksen sta fuori: almeno per lui, il triangolo no.

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