Inter, falsa partenza? Come il primo Chelsea di Conte, che poi…

All’esordio all’estero, dopo sei giornate il suo Chelsea aveva 10 punti in classifica, maturati in tre vittorie, un pareggio e due sconfitte. Poi, il cambiamento di marcia

Che l’Inter stia vivendo un inizio di stagione non entusiasmante è sotto gli occhi di tutti. Si pagano defezioni all’ultimo per via dell’imprevedibile coronavirus, assenze importanti come quella di Lukaku ed errori che non ti aspetti come il retropassaggio di Hakimi contro il Real Madrid. E forse una stanchezza generale derivata dal prolungato sforzo estivo in cerca dell’Europa League. Antonio Conte non sembra però spaventato da questi inciampi autunnali, pur essendo consapevole che ogni punto perso andrà recuperato, sia in campionato che in Champions League. Proprio il tecnico pugliese, uomo da partenze sprint, sembra però tornare con la mente a una stagione vincente del suo passato che era cominciata in modo simile, incerto.

Sguardo avanti

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Sangue freddo e bicchiere mezzo pieno per Conte: “Sono soddisfatto – ha detto più volte -. Vedo cose buon nelle nostre prestazioni, ma ci puniscono alla prima occasione”. E non è un’analisi poco centrata, in effetti. La squadra ha subìto tante reti, ma a volte è sembrata colpita da un vortice di circostanze episodiche e svarioni inspiegabili, come se dovesse abituarsi a essere sempre pronta a rispondere a colpi improvvisi. Se all’inizio della scorsa stagione la furia agonistica del gruppo, marchio di fabbrica del tecnico, permetteva ai nerazzurri di portare a casa i tre punti anche da partite non giocate perfettamente, quest’anno sta girando al contrario. Non sono però gli alibi e il fato avverso a colmare i divari in classifica, Conte lo sa. E si prepara a uno scenario già vissuto ai tempi del Chelsea nel 2016/17. Il lavoro del gruppo va nella giusta direzione – sostiene il tecnico – e quindi diventa sempre più importante completare il processo di crescita collettiva e di integrazione dei nuovi giocatori in ruoli chiave del campo.

Flashback

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Alla sua prima esperienza all’estero, dopo sei giornate il suo Chelsea procedeva con andatura dinoccolata, un po’ come sta accadendo in questa stagione. I londinesi avevano 10 punti in classifica, maturati in tre vittorie, un pareggio e due sconfitte. Se con il tasto “FF” si manda avanti la videocassetta (obsoleta, ma più evocativa del cambio di capitolo su una smart tv), si vede la parte blu di Londra in festa per le strade della capitale, osannante il condottiero italiano che alza la Premier League al primo colpo. Oggi l’Inter ha 11 punti in classifica – cinque in meno rispetto al Milan capolista -, ma dalle parole dell’allenatore traspare spesso una sorta di calma sapiente, come se fosse a conoscenza del destino che lo aspetta. L’impalcatura della squadra è ottima e lo si è visto sia nello scorso campionato che nell’estate quasi perfetta di Europa League. La rosa si è pure rinforzata e quindi non c’è bisogno di allarmarsi. Su quella panchina del Chelsea lui aveva bruciato in rimonta avversari del calibro di Mourinho, Klopp e Guardiola e questo precedente sposta il suo perfezionismo maniacale sul medio-lungo termine e non solo sull’immediato. In quell’occasione Diego Costa ed Eden Hazard macinarono 36 reti in due, adesso vanta un tandem letale impersonato da Romelu Lukaku e Lautaro Martinez. Il campionato è lungo e le avversarie di ottimo livello sono tante, ma per adesso il sangue rimane freddo fuori dal terreno di gioco. Durante i 90 minuti Conte si conferma il solito vulcano in eruzione, ma dentro di sé sembra essersi accorto di trovare diversi punti di contatto tra questo avvio di stagione incerto e i primi passi di quel Chelsea che sorprese tutti. Con le incertezze che, di giorno in giorno, si trasformarono in certezze.

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