Inter, esame Champions: prima Osimhen e poi Haaland

È come un giro di prova per Acerbi e per tutta la difesa dell’Inter. La nuova squadra campione d’Italia, il miglior attacco della Serie A e il capocannoniere del campionato rappresentano il test ideale per affrontare i freschi campioni d’Inghilterra, il miglior attacco della Premier League e il capocannoniere del campionato inglese. Se l’Inter regge l’urto questo pomeriggio può presentarsi con qualche sicurezza in più il 10 giugno a Istanbul al cospetto del Manchester City. 

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Inter, come fermare Osimhen e Haaland

Quanto c’è di simile fra Victor Osimhen ed Erling Haaland? Non molto, ma qualcosa c’è e può essere utile, come pre-esame proprio per Acerbi e i suoi compagni di reparto, affrontarlo oggi al Maradona. Eliminiamo subito l’aspetto fisico, il norvegese può ricordare Lukaku non certo il flessuoso nigeriano. Qualche caratteristica tecnica, invece, può reggere il confronto, anche se i numeri danno una schiacciante supremazia di Haaland su Osimhen: si parla di 52 gol a 28, ce ne sono 24 di differenza ma vale la pena aggiungere che in questa stagione il bomber del City ha giocato 49 partite e il napoletano 36. Ciò che davvero li accomuna è la straordinaria capacità di segnare in tutti i modi, trasformando il passaggio più banale in un autentico pericolo per la difesa avversaria. È un modo così straordinario che nella semifinale contro il Real Madrid, quando Haaland ha sbagliato tutti quei gol, molti si sono chiesti come fosse possibile. Forse era troppo facile segnare in quella maniera? Tutt’e due possono arrivare in porta con un attacco alla profondità che si sviluppa con movenze differenti, quelle di una gazzella che vola leggera e imprendibile (Osimhen) e quelle di un bufalo che travolge qualunque ostacolo si intrometta sulla sua strada (Haaland). In ogni caso Acerbi, e con lui tutta la linea difensiva, deve stare attento a non concedere la profondità né all’uno, né all’altro.

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Un’Inter mai vista

Il problema è che questo non basta, perché i due bomber segnano anche con la palla addosso. Osimhen ti fulmina, Haaland ti disintegra. Anticiparli? Certo, sarebbe la mossa ideale, ma anticipare il napoletano sullo spunto riesce solo in rari momenti di distrazione del medesimo, mentre per riuscirci contro il citizen servono i muscoli di Ercole visto che quello allarga i gomiti e se non fai attenzione ti ci puoi rovinare il faccino. Tutto questo peso, tutta questa responsabilità non può finire solo sulle spalle di Acerbi e compagni, serve che tutta l’Inter renda la vita difficile ai due attacchi. Già, ma come? Abbiamo detto che nessuno dei due ha bisogno della palla-gol pulita per segnare, spesso sono loro a ripulire la palla prima di scaraventarla in rete. Però se oggi gli esterni limitano il raggio d’azione di Kvaratskhelia ed Elmas, se riescono a tagliare i rifornimenti, è già un bel vantaggio per la difesa. Lo stesso discorso andrà fatto il giorno della finale di Champions, anche se in quel caso sarà tutto più complicato per l’Inter. Fermi Gündogan e spunta De Bruyne, annulli Bernardo Silva e salta fuori Grealish. Per metterli tutti a tacere, e rendere più sereni Acerbi e Onana, ci vuole un’Inter mai vista. Magari la vedremo proprio la sera di Istanbul. 

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