Inter, emozione Thuram: torna a Torino dove è cresciuto. Con un unico desiderio, vincere…

Marcus arrivò nel capoluogo piemontese a quattro anni, ora sotto la Mole cerca di lanciare la sua squadra in fuga per lo scudetto

Davide Stoppini

24 novembre – 10:17 – MILANO

Il quartiere Crocetta, la pasta con le vongole, la scuola, il parco, il primo pallone da inseguire con gli amici, i pomeriggi e le serate a casa Del Piero. E no, non sarà una domenica come tutte le altre per Marcus Thuram. Perché gli sembrerà di aprire la galleria fotografica di un vecchio telefono, una cartella del cuore che all’improvviso butta fuori ricordi su ricordi. Tikus torna a Torino, nella città dove papà Lilian ha vinto e si è divertito. E stavolta contro la squadra del padre, contro quei colori che ha visto la prima volta che è entrato in uno stadio, il bianco e il nero. Oggi Thuram fa rima con Inter. E con scudetto, certo.

Con Lautaro

—  

È la storia nella storia di una partita che farà capire qualcosa, in chiave tricolore. Che costringerà almeno una delle parti a uscire allo scoperto, hai voglia a dire che “no, per lo scudetto gli altri sono più avanti”, oppure “sono loro i favoriti perché non hanno le coppe”. Juve-Inter dirà la verità. Tikus la verità l’ha già detta. Ieri ad Appiano ha riabbracciato Lautaro: dopo le videochiamate da un ritiro della nazionale all’altra, la ThuLa si è ricomposta e ha scaldato i motori, come testimoniato dallo stesso francese attraverso Instagram. Per il numero 9 è la gara del cuore. In queste ore ci ha scherzato su col papà, ricordando quei cinque anni vissuti a Torino. Marcus arrivò da Parma all’età di 4 anni. “È a Torino che lego i primi ricordi della mia infanzia italiana”, ha raccontato il francese proprio in un’intervista alla Gazzetta. Lì ha conosciuto i primi amici: “Li sento ancora oggi”, ama ripetere l’attaccante. E molti di loro saranno allo stadio domenica sera. Dovrebbe esserci pure papà Lilian, è atteso, anche se non ci sono ancora conferme ufficiali in tal senso.

Le abitudini

—  

Di Torino Marcus ricorda tutto. Abitava nel quartiere Crocetta, adorava – e lo fa ancora oggi, impossibile resistere – la pasta con le vongole, il suo piatto preferito. È qui che ha cominciato a tirare calci a un pallone, al parco con i suoi coetanei, sognando un giorno di diventare come il papà. E certo, qualcosa addosso gli è rimasto. Se non altro, la predisposizione a diventare campione. Ancor di più, la vicinanza con chi campione lo era già. È cresciuto tra i fenomeni, più di una volta ha chiuso le sue giornate a casa Del Piero, perché se invitavi a cena Lilian dovevi aspettarti che con lui sarebbe venuto molto spesso anche Marcus. E con lui anche il fratello più piccolo, Khéphren, nato proprio pochi mesi prima dello sbarco in Piemonte della famiglia Thuram.

Consigli

—  

Marcus oggi è una preoccupazione per Allegri e una risorsa per Inzaghi. Ed è una sfida vinta dai dirigenti nerazzurri, che su di lui hanno creduto in tempi non sospetti. In primavera all’attaccante si erano avvicinati in tanti. E tra i club che via via si sono sfilati c’era la stessa Juventus, che aveva legato l’arrivo del francese a operazioni in uscita che poi non si sono concretizzate. Thuram ha poi deciso di vestire l’azzurro vicino al nero. E nella scelta un peso non indifferente l’ha avuto proprio il papà, che è stato subito convinto del progetto tecnico pensato sul figlio. I due hanno un rapporto molto stretto: non mancano i consigli di Lilian a Marcus praticamente dopo ogni partita. “Lui mi aiuta sempre dopo i match – ha raccontato Thuram junior in un’intervista a Dazn – . Mi piace questa cosa, mi fa imparare velocemente. È molto severo ma è meglio così, perché lui deve dirmi cosa ho fatto male. Quando faccio gol e mi vede sorridere lui mi dice calmati che ti spiego un paio di cose“. Ma a dir la verità, non sembra proprio che figlio abbia la tendenza a montarsi la testa. Anzi, ad Appiano ha colpito tutti, Inzaghi in primis, per atteggiamento, disponibilità e voglia di imparare.

Trofei

—  

In fondo, a pensarci bene è quasi tutta qui la storia. Perché Thuram in estate ha dato segnali convincenti al suo allenatore e allo staff da subito. Chi ha conosciuto entrambi, racconta che il vero punto di contatto tra padre e figlio sia proprio nella testa. Uno tira l’altro, l’inseguimento continua. E allora, si capisce bene perché Marcus non abbia esitato un secondo a parlare di scudetto appena arrivato all’Inter. Papà Lilian deve avergli spiegato, tra le tante cose, che grande gioia è alzare i trofei. E Marcus, a 26 anni, ha voglia di iniziare a farlo. Ha scelto l’Inter per questo. Domenica c’è un altro mattone da mettere per avvicinarsi alla meta. Magari con un gol, per poi sorridere verso papà sussurrando: “Hai visto cosa ho fatto?”.

Precedente Soriano: "Tra Bologna e Torino è il derby di chi sogna. Io torno presto" Successivo Behrami, il Napoli e Mazzarri: "Vi svelo un patto che facemmo e rispettai"