Inter, ecco il nuovo Thuram 2.0: attaccante totale, ha cancellato Lukaku

Uno sta vivendo gli ultimi mesi in Italia come le rockstar che fanno un tour di addio per raggranellare gli ultimi soldi; l’altro rappresenta il nuovo che avanza, quell’attaccante totale, vale a dire in grado di agire indifferentemente da prima e da seconda punta, che tanto è apprezzato oggi dagli allenatori. Da una parte Romelu Lukaku, dall’altra Marcus Thuram. Tikus, come tutti lo chiamano ad Appiano, nei piani originari dell’Inter doveva prendere lo slot lasciato libero da Edin Dzeko, come terzo attaccante nelle gerarchie, alle spalle di Lautaro e Big Rom. Questo avrebbe creato un altro bel cortocircuito: non avrebbe impiegato molto Simone Inzaghi a capire il potenziale del ragazzone e, la presenza del belga (che mal aveva gradito il fatto che Dzeko fosse stato eletto quale titolare per la Champions e, in generale per tutti i big match) avrebbe, quanto meno, tarpato le ali a Thuram.

Il niet di Lukaku ha messo tutte le cose a posto e – con il senno di poi – è stato doppiamente benedetto: senza i benefici dati da Decreto Crescita sarebbe stato impossibile riscattarlo dal Chelsea, tanto che l’interessato ormai sembra “rassegnato” a svernare in Arabia, dove non è voluto andare in estate quando la Roma – grazie al pressing di Mourinho – l’ha salvato dal rischio di vivere da separato in casa a Stamford Bridge.

Thuram, le lezioni di papà Lilian

Thuram a Milano ha bruciato le tappe. La sua parabola ha ricordato quella di Skriniar (quando è arrivato, partiva alle spalle di Miranda e Ranocchia ma ci è voluto poco per capire che lo slovacco avrebbe messo la freccia), oppure quella di Bastoni, lanciato da Conte a discapito di Godin una volta capito che razza di talento stava maneggiando. Il gran rifiuto di Lukaku ha agevolato il lavoro di Inzaghi, ma ha mostrato anche un lato di Thuram che nessuno poteva conoscere: ovvero la capacità di reggere senza problemi le pressioni. Di certo lo hanno aiutato i consigli di papà Lilian – sempre presente allo stadio – e senz’altro il fatto di padroneggiare perfettamente la lingua lo ha agevolato. Però c’è anche molta “garra” nel suo dna: si è trovato a dover fare il titolare nella squadra vice campione d’Europa, ha dovuto imparare a giocare in modo diverso (ci ha impiegato tutto il pre-campionato) e lo ha fatto in un’Inter che partiva con il dovere di fare corsa di testa per lo scudetto.

Inzaghi e la coppia con Lautaro

Che la pasta fosse quella giusta, Inzaghi e il suo staff l’hanno capito subito – in estate si erano dati un mese per completare il suo inserimento nel 3-5-2 – e il super gol nel derby del 16 settembre, l’ha fatto capire pure a tutti i tifosi dell’Inter che l’hanno subito adottato. Nel 2024 siamo già all’evoluzione 2.0 di Thuram che oggi in coppia con Lautaro riesce indifferentemente a giocare come prima o seconda punta (a Roma ha giocato da centravanti). Non è un caso che abbia marchiato a fuoco i sei punti ottenuti con Juve e Roma nei big match delle ultime settimane, segnando un gol – ai giallorossi – e costringendo prima Gatti, quindi Angelino all’autorete. Perché la sua fisicità spaventa gli avversari: un po’ come – ai bei tempi – accadeva con Lukaku.

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