Inter, è subito show: 4-0 al Genoa con super Calhanoglu

Nel giorno del ritorno dei tifosi, l’ex Milan trascina la squadra di Inzaghi con l’assist per Skriniar e un gran gol. Nella ripresa i sigilli di Vidal e Dzeko

“Nel dubbio, ricordiamo che i campioni d’Italia siamo noi”. Trascurata nei pronostici scudetto, l’Inter di Inzaghi manda un segnale chiaro al campionato nel giorno del ritorno dei tifosi allo stadio. La prudenza è d’obbligo, anche perché il Genoa viene sì triturato ma ad oggi è sembrato poca cosa, eppure lo spettacolo è stato davvero impressionante. Persi la freccia Hakimi e l’ariete Lukaku, Simone ha rivisto la traccia contiana con un gioco molto più arioso e vario. Illuminato da un super Calhanoglu, autore di un gran gol (e uno ancora più bello gli è stato annullato) e dell’assist per il rompighiaccio Skriniar, prima dei sigilli di Vidal e Dzeko nella ripresa.

Le scelte

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In attesa del mercato (da verificare l’entità dell’infortunio occorso a Thuram), privo dello squalificato (e acciaccato) Lautaro e dell’infortunato Sanchez, Simone Inzaghi esordisce in nerazzurro con il 3-5-1-1 che aveva funzionato nell’ultimo test, contro la Dinamo Kiev. A cucire un centrocampo di assaltatori con Dzeko c’è ancora Sensi. La difesa è quella scudetto, sugli esterni Darmian e Perisic. Il Genoa risponde con l’eroe del Triplete interista Pandev, che a 38 anni non vuole saperne di smettere, e fa coppia col 20enne Kallon. C’è anche il giovane Vanheusden, in prestito dai nerazzurri, a completare la difesa a tre con Biraschi e Criscito.

La partita

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Quello di Ballardini però è un argine che dura ben poco. Nel 5-3-2 rossoblu Sturaro e Cambiaso non chiudono e non spingono, mentre Rovella dopo una bella ripartenza (Kallon incrocia sul fondo) soffre l’intraprendenza delle mezzali di Inzaghi. Badelj cerca di metterci una pezza centralmente, ma l’Inter è da subito un’onda in piena perché asfissia l’avversario e dove non arriva con le giocate in velocità a palla bassa poi sfonda con i corazzieri. Vedi Skriniar che al 6′ di testa svetta sul corner di Calhanoglu e apre col botto la stagione. Il turco si prende il Meazza in un quarto d’ora. Al 14′ infatti chiude un triangolo lungo con Dzeko e infila la palla in buca d’angolo con un gran destro dal limite. Ballardini vede i suoi incapaci di superare la metà campo, ci prova prima avanzando Hernani e poi portando Sturaro sulle tracce di Barella. Peggio che andare di notte, con Brozovic (bravo Sirigu), Bastoni (che assolo!), Dzeko (traversa), Sensi e ancora Skriniar (da angolo del solito Calha) vicini al gol che chiuderebbe il match prima dell’intervallo. Invece su due leggerezze di Perisic e Darmian, prima Pandev (gran chiusura di Brozovic) e poi Kallon, con una girata mancina, rischiano di riaprirla proprio al 45′. La famosa concentrazione che Conte allenava con ossessione e che anche Inzaghi – che infatti s’imbelvisce con i suoi – predica al primo giorno ad Appiano. Nel recupero segna invece Perisic su imbucata di Brozo, ma era in fuorigioco di centimetri. Sipario su un primo tempo a una porta.

Atto secondo

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Tre cambi nell’intervallo per Ballardini: dentro Sabelli, Serpe e Bianchi per Biraschi, Cambiaso ed Hernani. Ma l’Inter resta posseduta e Calhanoglu va subito vicino alla doppietta su invito di Dzeko, che non avrà più venti gol nei piedi ma resta un regista offensivo di livello superiore. Entra anche Favilli per Kallon, ma il problema resta quello di fare arrivare la palla dalle parti di Handanovic. Al 10′ Calha fa esplodere il Meazza con un tracciante nel sette, ma Perisic era scattato di nuovo in fuorigioco millimetrico. Il Genoa ora alza il baricentro, ma così offre il fianco alle ripartenze nerazzurre. Nel sistema di Inzaghi convince la libertà concessa in fase offensiva e l’interscambiabilità tra Sensi e Calhanoglu, col marchigiano che all’occorrenza si abbassa, si vede poco ma contribuisce a pulire le uscite palla. Sensi al 69′ lascia il campo insieme a Perisic per Vidal e Dimarco, mentre Melegoni rileva Sturaro appena dopo il riflesso con cui Sirigu nega la gioia a Dzeko. Edin ci riprova, l’ex Toro si supera ma Barella sulla ribattuta è geniale nel tacco per Vidal che al 74′ chiude i conti. Inzaghi a questo punto concede la standing ovation a Calhanoglu, dentro Satriano, e fa rifiatare anche Barella con Vecino, ammonito dopo pochi secondi. Festa completata dal salvataggio sulla linea di Skriniar, dall’esordio di Dumfries e dall’incornata vincente di Dzeko sulla pennellata di Vidal. Vedi mai che Inzaghi rianima pure il pupillo di Conte…

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