Non osare non sempre è un valore, anche quando il risultato ti sorride. È la lezione di Juve-Inter, ma anche di questo inizio di stagione per i nerazzurri
Erano tutti contenti e allora perché eccepire a cotanta felicità? Era contenta la Juventus: per mezz’ora ha spaventato di aggressività e organizzazione la squadra più forte, trovando un gol significativo perché segnato dall’attaccante che più le serve per irrobustire le ambizioni e del quale – proprio nella costruzione del gol – ha raccolto segnali di un sapere in evoluzione. Con lui ha duettato Chiesa, rimasto sui livelli azzurri, seppur con compiti necessari al gruppo che un po’ lo riducono di sensazioni. Dopo quest’avvio, la Juventus (come spesso le succede, e quasi sempre contro le squadre di livello consono) è arretrata in una partita di assorbimento che le viene ormai quasi naturale e che vive con pace e che riesce a nutrirla, lasciandola sazia al momento dell’analisi.