Inter e Leo, la strana storia. Con Eriksen e Paredes il prossimo intreccio?

Il ds del Psg, dove è appena arrivato Pochettino, è stato prima avversario nei derby, poi allenatore (l’ultimo ad avere portato un trofeo) e infine “salvatore” con l’acquisto di Icardi

Leonardo salva Inter? Le vie del mercato sono infinite, ma scegliendo Pochettino per sostituire in panchina Tuchel il ds del Paris Saint Germain potrebbe aiutare il club nerazzurro a liberarsi di un problema, inserendo al tempo stesso una tessera del mosaico voluto da Conte. Eriksen l’incompreso volerebbe infatti a Parigi, ritrovando l’allenatore che con il Tottenham l’ha portato in finale di Champions. Farebbe invece il percorso inverso Paredes, il centrocampista di sostanza che (perso Kante), Conte chiede per prendere il posto di Brozovic come regista o per fare la mezzala muscolare.

Record e crollo

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Ingaggi altissimi, operazione non facile. Ma resta il fatto che, dopo gli anni da avversario tra campo e panchina, Leo e l’Inter hanno intrecciato la loro vicende in modo perlomeno curioso. Intanto il 51enne di Niteroi è l’ultimo allenatore ad aver portato un trofeo nella bacheca nerazzurra. La Coppa Italia 2011 arrivò dopo l’abbuffata del Triplete, ma anche al termine di una stagione pazza, come da copione interista. Arrivato a Natale 2010 al posto di Benitez, che aveva appena vinto il Mondiale per club ma annaspava in campionato e soprattutto non legava con Moratti, Leo con il suo 4-2-fantasia va vicino al miracolo scudetto. L’Inter fa 33 punti nelle prime 13 gare (record assoluto per un allenatore) e ne vince 12 di fila in casa. Compie anche l’impresa contro il Bayern (ottavi di Champions), ma al momento decisivo deraglia. Tra il 2 e il 5 aprile, dopo una sosta per le nazionali che interrompe il fluido magico, perde il derby del possibile sorpasso e si schianta (2-5) nell’andata contro lo Schalke.

L’oro di Parigi

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Leo avrebbe un altro anno di contratto, ma il Psg lo copre d’oro per fare il dirigente. Lui vacilla, Moratti è un buono e lo lascia andare. “Moratti si è comportato come un padre con me – racconterà il brasiliano -, mi ha detto che avrei fatto bene ad accettare un’offerta così importante e che lui non sapeva cosa sarebbe stato della società nei successivi tre anni. Non avevo capito che stava pensando a vendere e secondo me non ci pensava davvero”. Moratti sceglierà Gasperini – che durerà come un gatto in tangenziale -, poi venderà a Thohir, che ci guadagnerà il giusto prima di passare a Suning. Cinesi che hanno benedetto Leo quando nelle ultime curve del mercato 2019 si è preso (all’inizio in prestito) la patata bollente Icardi. Bilancio aggiustato, bomba tattico-ambientale disinnescata. Malgrado una stagione non indimenticabile (nel 2020 Mauro ha segnato 8 gol, uno più di D’Ambrosio, contro i 35 di Lukaku), il riscatto ha dato ossigeno alle casse nerazzurre. Aspettando Paredes, possibile nuovo capitolo della strana storia tra l’Inter e Leo.

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