Inter: Dumfries e Dzeko per la caccia al bis scudetto dopo la rivoluzione

Simone Inzaghi è alla prima, grande occasione di una carriera iniziata nel 2010 alla guida degli Allievi della Lazio, con cui si guadagna la promozione in prima squadra sei stagioni dopo. La chiamata dell’Inter arriva sulla scia di cinque annate in biancoceleste impreziosite da tre trofei (due Supercoppe italiane e una Coppa Italia) e dal ritorno in Champions, ma ora l’asticella si è alzata. Il tecnico piacentino si è ritrovato a gestire un’estate più calda del previsto tra venti di rifondazione, contestazioni e cessioni illustri, eppure l’entusiasmo non è scemato. Gli anni a Roma l’hanno temprato a sufficienza, dandogli le capacità di gestire una dirigenza e un ambiente esigenti e, a volte, anche turbolenti. L’eredità di Antonio Conte rappresenta un fardello pesante, perché le aspettative restano alte dopo la cavalcata trionfale della stagione chiusasi tre mesi fa con il trionfo in campionato. Dalla sua, Inzaghi ha la forza delle idee, la voglia di affermarsi e un gruppo compatto che gli si è stretto attorno dimostrando fame e convinzione. La sua filosofia s’inserisce nella scia tracciata da Conte, ma l’obiettivo è dare la propria impronta e i segnali lanciati nel precampionato suggeriscono fiducia e ottimismo.

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