Inter, due motivi per sorridere: Skriniar e i lampi di Correa

In una gara sofferta che ha confermato le difficoltà a fare gol in Europa, Inzaghi si consola con la grande prestazione dello slovacco (“Su la testa”) e le invenzioni del Tucu

La macchina da tre gol abbondanti a gara in campionato si inceppa di nuovo in Champions. Seconda gara europea senza reti per l’Inter (con l’ultima di Conte sono tre), ma anche qualche nota positiva. A partire da una classifica dominata dall’incredibile Sheriff e che lascia indietro anche lo Shakhtar, che però dovrà andare a San Siro e sfidare due volte il Real.

Come un gol

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A livello individuale però c’è un giocatore parso di un altro livello e decisivo nell’avere mantenuto inviolata la porta di Handanovic dopo sei gare di fila con almeno una rete subita. Dopo avere un po’ sofferto Gonzalez e Malinovskyi nelle ultime uscite, Milan Skriniar è tornato infatti il muro di inizio stagione non sbagliando praticamente nulla. Impeccabile nei contrasti e nelle letture, lo slovacco ha tenuto in piedi la baracca in un inizio secondo tempo da incubo. Il suo intervento sulla linea di porta a murare Pedrinho sull’assist di Dodo (sfuggito a un Dimarco in affanno) vale come il famoso gol che non arriva dall’altra parte. E tre minuti dopo la sua diagonale ad anticipare Solomon lanciato verso l’area è un’altra chicca. E’ mancato soltanto l’acuto nell’area avversaria, ma ormai Skriniar viene considerato il più pericoloso nel gioco aereo e sui corner lo prende il miglior saltatore avversario.

“Tutto aperto”

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Così Skriniar a fine gara: “Volevamo vincere e prendere tre punti. Ci siamo andati vicino, ma anche lo Shakhtar ha avuto le sue occasioni. Devo fare i complimenti alla squadra per il sacrificio alla fase difensiva. In avanti potevamo fare di più, ma affrontavamo una buona squadra. Palleggiano bene, non era facile. Complimenti alla squadra per come ha difeso e come ha corso. Volevamo i tre punti, ma non siamo riusciti a segnare. Abbiamo una mentalità vincente e si vedeva anche oggi. Adesso su la testa, è ancora tutto aperto”.

Lampi e paratona

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Joaquin Correa non ha certo giocato ai livelli del compagno, anche perché ha avuto meno di un tempo a disposizione. Eppure in una serata in cui Dzeko e Lautaro hanno sprecato e sono parsi stanchi, la diversità del Tucu ha portato colore in una manovra ingrigita. Con Perisic, Correa è l’unico che cerca l’uno contro uno per trovare la superiorità numerica. Si è mosso tra le linee e svariando, ma soprattutto avrebbe estratto il coniglio dal cilindro in stile Verona se Pyatov non si fosse tolto 10 anni volando all’86’ su quel destro a giro che peraltro è stata (al netto della traversa di Barella) la prima conclusione interista nello specchio. I lampi del Tucu, per ora limitato a spezzoni di gara, potrebbero anche valergli una maglia da titolare sabato contro il Sassuolo. Dimenticavamo anche Barella. Anche se meno incisivo nella ripresa – complice pure la posizione assunta dopo l’uscita di Brozovic -, l’azzurro però è una garanzia.

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