Inter, cosa lascia il derby: difesa, gol e classifica. Ma qualcosa si può migliorare…

Milan a -4, in Serie A nessuno segna quanto la LuLa e Handanovic con un solo gol preso nelle ultime sei: l’Inter vola dopo la battaglia di Milano

Dopo un super 0-3 in un derby diventa parecchio difficile individuare un qualcosa da rivedere o addirittura da cancellare. Al massimo ci si siede al tavolo per analizzare gli aspetti ancora da migliorare: d’altronde la perfezione non esiste. Anche in una giornata esaltante, apparentemente senza sbavature con tanto di allungo in classifica, a +4 sui rossoneri. In queste ore ad Appiano Gentile il sorriso è grande così. E non potrebbe essere altrimenti: l’Inter è sempre più la favorita per lo scudetto, da un po’ Conte ha registrato anche la fase difensiva, il tallone d’Achille nella prima parte di campionato. Mentre a centrocampo, per un Vidal in calo c’è un Eriksen che finalmente gira. E non solo lui. Davanti, invece, i gol arrivano uno dietro l’altro. Ma questa non è una novità (sono 57 in campionato, dietro l’Atalanta con 53).

Un’azione da manuale

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L’eredità migliore che lascia il derby di domenica porta allo 0-2: otto tocchi partendo dall’area di rigore con Handanovic e poi (nell’ordine) De Vrij, Skriniar, Barella, Lukaku, Hakimi, Eriksen e Perisic in possesso prima del tap-in di Lautaro. Roba da manuale del calcio, un’azione bellissima da mostrare ai ragazzini dei settori giovanili: se la ride Conte, ancor di più di fronte a chi considerava la sua squadra certamente fisica, magari veloce, non particolarmente tecnica. La risposta è arrivata. Le buone notizie proseguono, c’è quasi l’imbarazzo della scelta: Handa è tornato su livelli importanti e determinanti (a inizio ripresa, in 52’’, un tris di parate da applausi, specialmente le prime due), la difesa ha alzato il muro (nelle ultime sei in campionato solo la Lazio ha bucato Samir), a centrocampo Eriksen ha trovato finalmente la felicità e Perisic, a sinistra, è un altro giocatore rispetto a quello discontinuo e a tratti svogliato criticato in passato. In attacco, infine, la Lu-La è da 30 e lode: 13 centri per Lautaro, 17 per Lukaku. Nessuno, in Serie A, ha fatto meglio: alle loro spalle ecco Ronaldo-Chiesa con 24 (18 e 6) e Muriel-Zapata con 23 (14 e 9). In Europa solamente Müller e Lewandowski vincono questo match tra bomber con 36, 26 dei quali portano la firma di super Robert.

Macchia da cancellare

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Di contro, se proprio dovessimo trovare uno spunto negativo, ci sarebbe la debole attenzione all’inizio del secondo tempo: sul momentaneo 0-1 il Milan ha messo per qualche minuto l’Inter all’angolo, con Handanovic protagonista. Questione di approccio, da evitare nei big match (altro capitolo positivo considerando gli ultimi successi). In generale, invece, ci sarà da gestire la rosa profonda senza la Coppa Italia e gli impegni europei. In questo servirà la bravura di Conte, che dovrà far sentire tutti importanti con un solo torneo a disposizione. E qui entra in gioco la vera “colpa” non attuale, ma che per ora macchia la stagione: i sei punti conquistati nel gruppo B di Champions League fanno sanguinare, molti dicono che il bilancio finale sarebbe negativo se non arrivasse lo scudetto. Al contrario, il dominio assoluto della Juventus si interromperebbe dopo nove successi consecutivi: la linea tra fallimento e storia è sottilissima, anche se questa Inter sembra aver messo il turbo.

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