Inter, clamorosa beffa al 93′: un autogol di Dumfries regala al Monza il 2-2

Nerazzurri in vantaggio con Darmian, raggiunti dopo 2′ da Ciurria. Poi il pasticcio di Pablo Marì regala al Toro la rete del 2-1. Nel recupero l’autorete dell’olandese

Dal nostro inviato Filippo Conticello

7 gennaio – Monza

Senza la stessa cattiveria del big match col Napoli, con qualche patema non richiesto più errori sparsi qua e là, ed ecco l’Inter ferma la marcia che pareva lanciata: si fa rimontare nel recupero da un volitivo Monza, pareggia 2-2 una partita che doveva condurre in porto con naturalezza ed è costretta a ridimensionare le ambizioni di rimonta. Sarà pure tornato al gol Lautaro che, smaltiti i festeggiamenti mondiali, ha portato il suo agonismo anche in Brianza, ma sono pure tornate le dormite difensive, vera zavorra di stagione.

PRIMO TEMPO

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A inizio partita Inzaghi sorprende davanti perché lascia fuori a sorpresa il totem appena ritrovato: Romelu Lukaku avrebbe bisogno solo di mettere minuti per salire di condizione, ma si accomoda in panchina per schierare il Lautaro Mundial. Accanto al Toro, l’eterno Dzeko che al momento pare l’unico vero titolarissimo. E poi a destra, per la seconda gara di fila, Darmian prende il posto a Dumfries per tamponare il pericoloso Carlos Augusto, la freccia monzese spesso più appuntita. Nel 3-4-2-1 brianzolo a riscaldare il cuore il ritorno da titolare al centro della difesa di Pablo Marì, per la prima volta dall’accoltellamento di Assago: una bella notizia anche se non sarà certo la migliore serata della vita. Davanti, poi, Palladino si affida a Petagna assistito alle spalle da Machin e Ciurria. Bastano i primi minuti per capire dove pende la torre nerazzurra: Darmian non è solo chiamato a tamponare, ma deve far pure l’assaltatore specializzato. Alla seconda scorribanda trova subito l’1-0 sfruttando il solito assist da sinistra, stavolta di Bastoni. Un vantaggio così rapido, al 10′, farebbe pensare a una passeggiata di salute qui in Brianza e, invece, neanche il tempo di festeggiare che l’Inter ricade nei vecchi vizi: le dormite difensive, scomparse col Napoli, ricompaiono un minuito dopo il gol. Ciurria, smarcato in maniera deliziosa dal capitano Pessina, trova un varco per accentrarsi da destra e trovare l’angolo con il sinistro. Il Monza, ringalluzzito dal pari, costruisce pure qualche occasione supplementare, soprattutto da palla inattiva sfruttando la fisicità di Petagna. Ma la partita in avvio è un flipper, non trova pace, e non trova pace neanche il povero Pablo Marì: il difensore appena rientrato a pieno regime si addormenta al 22′ e si fa borseggiare il pallone nell’aria piccola da Lautaro. Troppo facile per il Toro segnare il 2-1, suo personale regalo di ritorno dal Qatar. Il nuovo vantaggio ha, quindi, il potere di riportare l’Inter sui giusti binari del gioco perché la palla inizia a traghettare da una parte all’altra come al solito, con belle combinazioni di prima. Così, sulla più bella azione del primo tempo, Barella libera al tiro Dimarco sul piede sbagliato: il destro in questo caso non è minimante uguale al sinistro. Nel complesso, i nerazzurri avanzano e il Monza arretra, uno spartito che continua fino all’intervallo e anche oltre.

SECONDO TEMPO

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Nella ripresa l’Inter ritrova un Toro ispirato, che stacca pericolosamente di testa in area e poi taglia come il burro la difesa di Palladino liberando al cross Darmian: è come se il gol abbia fatto saltare il tappo e aggiunto birra all’argentino campione del mondo. Tra l’altro dopo neanche dieci minuti ritrova il suo gemello belga perché Inzaghi manda in panchina Dzeko, lontano parente dall’attaccante letale degli ultimi tempi: Romelu Lukaku, un gigante non certo abituato a subentrare dalla panchina, continua da parte sua l’opera di riconnessione della Lu-La, decisamente faticosa qui all’U-Power Stadium. Nello stesso tempo i nerazzurri sostituiscono anche la cabina di regia: out Calha per colpa di un leggero affaticamento allo psoas e dentro Asllani. Dopo otto minuti esce anche Barella, risparmiato visti i tanti impegni, e va dentro Gagliardini. Nella somma di tutti gli addendi, la squadra di Simone perde padronanza nel possesso della palla, abbassa il baricentro e concede costantemente l’iniziativa ai brianzoli: in pratica, un’altra partita. Il Monza, infatti, trova coraggio in costruzione, provando a sfruttare energie fresche con gli ingressi di Gytkjaer davanti e Ranocchia più Colpani in mezzo. Confeziona un’occasione con uno stacco pericoloso di Marì, sempre lui, fermato da un attento Onana. Nel complesso, il vento è cambiato per davvero e, per non rischiare oltre il necessario, Inzaghi sente il bisogno di tamponare le fasce facendo entrare insieme sia Gosens che Dumfries. Se le coperture di Skriniar (a cui i tifosi interisti hanno chiesto con uno striscione di tornare) danno sicurezza alla difesa, davanti a Lukaku manca ancora lo spunto che fu e così perde diversi duelli con Caldirola. Allora ancora Lautaro deve mettersi in proprio e inventare un tiro a giro dall’area piccola che finisce sul palo. Ma, proprio quando tutto sembra deciso, ecco che arriva la frittata inattesa in casa nerazzurra: uno stacco di Caldirola porta al 2-2 nel complesso meritato. La testata la dà un monzese cresciuto nell’Inter con decisiva deviazione di Dumfries: manca solo il fiocco nel regalo.

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