Inter, ci pensa il solito Lukaku: 2-1 alla Fiorentina al 119′ e derby nei quarti

Nei regolamentari segnano Vidal, su rigore, e Kouame. All’ultimo respiro la decide di testa il belga. Ora sfida secca col Milan

Dal nostro inviato Filippo Conticello

13 gennaio – Firenze

Conte sarà più soddisfatto di aver strappato con i denti (e col solito Lukaku) il prossimo derby con il Milan nei quarti di Coppa Italia o sarà più arrabbiato di una mezzora di fatica aggiuntiva per i titolari, non il massimo pensando alla sfida di domenica contro la Juve? Di certo, a Firenze la sua Inter ha passato il turno, ma l’ha fatto complicandosi la vita come troppo spesso accade: errori inspiegabili sotto porta e regali agli avversari, il solito mix. La Fiorentina, al contrario, esce dalla coppa a testa altissima, davanti agli occhi orgogliosi di Commisso: non si è arresa dopo un primo tempo pallidissimo, anzi ha spaventato una squadra di ben altra taglia.

PRIMO TEMPO

—  

I botti, per assurdo, arrivano prima di una partita che inizia sonnacchiosa. Sensi conferma la sua eterna, infinita e misteriosa fragilità: dato in formazione, abbandona per l’ennesima volta prima del match (al suo posto Vidal) dopo aver sentito indurire il polpaccio. Tra i viola, Borja Valero lascia a Bonaventura durante il riscaldamento: l’ex Milan si posiziona dietro a Kouame, costringendo Castrovilli a centrocampo. Alla fine, con l’innesto di Arturo, Conte ne cambia sette rispetto alla sfida contro la Roma. Ma il motivo di maggiore interesse resta la possibile seconda vita da regista di Eriksen che, tra palle perse e qualche abbozzo di invenzione, non incanta neanche in quella posizione: trovare centralità in questa squadra è davvero un’impresa ormai. Seppur con ritmi bassi, nel primo tempo è comunque l’Inter che costruisce di più, sfruttando la buona vena di Young a destra. Da un tiro del danese arriva il gol del vantaggio interista: Terracciano prima respinge e poi travolge Sanchez, ma serve il Var per certificare il rigore. Stavolta Alexis gira al largo dal dischetto e, in compenso, Vidal segna il primo gol nerazzurro: il tempo dirà se sarà davvero saltato il tappo alla sua stagione. Poco dopo, nell’aria opposta, la situazione si ribalta: un rigore inizialmente fischiato per i viola viene “tolto” dal Var, una volta accertato che Skriniar aveva toccato il pallone.

LA RIPRESA

—  

Il secondo tempo si apre con un errore di difficile spiegazione firmato Lautaro Martinez: sul cross di Perisic al Toro basterebbe un tocchetto essenziale per segnare il 2-0, ma l’argentino calcia fuori incredibilmente. La Fiorentina arrendevole del primo tempo ha bisogno disperato di nuove energie e non può che dargliele lui, Vlahovic, non a caso pupillo di Prandelli. Entrato al posto di Eysseric, il serbo fa sentire il peso nella difesa interista e, improvvisamente, la Viola inizia a spaventare Conte. Riesce ad attivare come mezzali Castrovilli e Bonaventura, che alzano i giri del motore. La conseguenza è il pareggio che pareva insperato e, invece, è razionale.

LA SVOLTA

—  

A giovare della presenza del serbo, è soprattutto Kouame che dopo una mischia inventa il gran tiro dal limite dell’1-1. L’assist all’ivoriano? Di Kolarov che aggiunge un’altra macchiolina alla sua stagione negativa. Quando mancano 20’ dalla fine Conte rovescia in campo circa 120 milioni di euro per centrare i quarti di coppa e non rovinarsi gli ultimi giorni di avvicinamento alla Juve: Lukaku (per Lautaro) e Hakimi (per Young) sono una preghiera, che solo all’ultimo secondo verrà esaudita. Il marocchino sfonda immediatamente e va vicino al gol, prima dell’ennesimo errore sotto porta di Sanchez: il sospetto è che il cileno si stia avviluppando in una pericolosa spirale negativa. Entra pure Barella nella disperazione finale, ma si spalanca il supplementare, l’eventualità peggiore alla vigilia per i nerazzurri.

I SUPPLEMENTARI

—  

L’extra tempo si gioca molto più a viso aperto, abbandonando anche l’ultimo dei pensieri al campionato. La Viola è sfacciata e volenterosa, prova a usare anche il nuovo entrato Callejon, ma alla fine è Sanchez a divorare l’ennesima rete di testa. Poi Terracciano è costretto a un grande intervento su tiro di Eriksen, in uno dei pochi momenti di vitalità danese. Nel secondo tempo supplementare il portiere viola è miracoloso ancora su una testata ravvicinata di Lukaku. Alla fine, il gigante belga, agevolato da una dormita di Quarta, può segnare il gol del definitivo 2-1 al 119’. Così, con smisurata fatica, l’Inter si proietta sul Milan, ma contro la Juve servirà molto, molto di più.

Precedente 14 gennaio 1979, il Milan batte il Bologna ed è campione d'inverno Successivo Roma, Ibanez si carica sui social e mette in palio la maglia derby