Inter, c’è un Vidal nel motore: il primo incontro con Conte, il Duomo e il triplo ruolo

Ieri la prima giornata milanese del cileno, che è passato anche ad Appiano Gentile per salutare squadra e tecnico. Tatticamente, Arturo può coprire tre posizioni: interno, mediano o trequartista

La voglia di riabbracciarsi è stata più forte della stanchezza. Il desiderio di non perdere nemmeno un minuto della nuova avventura nerazzurra ha spinto Arturo Vidal a un piccolo fuori programma: un pit-stop che ha portato sorrisi in tutto l’ambiente. Ieri, ora di pranzo: Vidal ha appena concluso la seconda tranche di visite mediche all’Humanitas ma, invece di rientrare in hotel per mangiare e riposarsi, chiede di poter raggiungere subito Appiano Gentile per un saluto veloce. La squadra ha appena finito la seduta di allenamento e l’arrivo di Arturo lascia stupiti ma anche felici i nuovi colleghi. Alexis Sanchez – compagno di lotte e successi cileni – gli fa da cicerone. Ma poi resta defilato quando arriva il grande momento: Arturo incrocia finalmente Conte, il grande regista dell’operazione, l’uomo che ha voluto con tutto se stesso questo secondo matrimonio. Il sergente era felice come i bambini che scartano i regali a Natale. Ora sì che può tornare a fare la battaglia su tutti i campi col guerriero prediletto: l’Inter con Vidal acquista dinamismo e gol. Duttilità e fame. Personalità e abitudine alla vittoria: in 9 stagioni ha pur sempre vinto 8 scudetti. Non sarà abbastanza da rendere i nerazzurri i favoriti per il titolo, ma il salto triplo è comunque evidente.

Puntuale ed elegante

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L’ora X è arrivata poco dopo le 19, con Arturo che ha firmato il suo nuovo contratto con il presidente Steven Zhang. Dopo essersi presentato all’aeroporto con felpone bianco da rapper e aver fatto le visite con magliettina nera e jeans corto, davanti al presidente Re Artù si è presentato elegantissimo, con un vestito blu, camicia e cravatta. Impeccabile, come l’Inter si aspetta che sia in campo. Oggi sarà ufficializzato – possibile maglia numero 22 -, ma già la prima giornata milanese di Vidal è stata lunghissima. Arrivo al Coni alle 7.58, per l’idoneità sportiva: una breve pausa davanti ai cronisti, pollici in su e occhi che lasciavano trasparire felicità e un po’ di emozione, rimasti in parti coperti dalla mascherina. Dopo l’Humanitas, la gita ad Appiano e il riposo nell’hotel in zona San Siro, Arturo s’è presentato in sede alle 18, per sbrigare le ultime formalità e suggellare questo nuovo matrimonio con la firma sul biennale con opzione per il terzo anno. Poi ha iniziato a vedere le bellezze di Milano con la compagna Sonia, documentando tutto via Instagram: come non iniziare dal Duomo?

Un nuovo giorno

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L’accordo tra Inter e giocatore c’era da tempo, ma Marotta e Ausilio hanno potuto accelerare dopo il sì di Godin al Cagliari. E per le uscite ieri è stata una giornata molto intensa: Inter e Samp hanno l’accordo su tutto per il trasferimento a Genova di Candreva, manca il sì del giocatore. Esposito è vicinissimo al prestito alla Spal, così come Salcedo tornerà Verona (da definire eventuale riscatto e contro-riscatto). Sistemate tutte queste pedine, l’Inter potrà ufficializzare Darmian. In ogni caso oggi alla Pinetina è l’alba di un giorno nuovo: dalle acque emergerà una creatura diversa perché inizia ad allenarsi un giocatore diverso. Perfettibile come tutti, ma con una dote che ha stregato Conte sin dal primo incrocio tanti anni fa: Vidal riversa nell’allenamento un’energia contagiosa. Migliora ciò che ha attorno, contamina la squadra e la cambia dalle fondamenta: per l’allenatore Arturo farà aumentare le marce di tutta la vettura. E se la sua prima Inter a volte dava l’idea di difettare in personalità, col cileno questo rischio non si corre. Quando crescono le difficoltà, Vidal non trema: lo dice la storia, e spesso anche i tabellini. Non è un caso che la squadra spagnola a cui abbia segnato di più in relazione alle presenze sia il grande Real: tre reti in sette gare. In generale, tra le vittime preferite nazione per nazione ci sono sempre squadre di rango: in Italia, per esempio, ha colpito nove volte le romane e tre la “sua” Inter.

Il fattore V

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Che sia un centrocampista che segna quanto o più di una punta è cosa nota: lo si era visto in Italia, se ne sono accorti in Baviera e poi in Catalogna. Proprio a Barcellona dopo gli extraterrestri Messi (61) e Suarez (37) è proprio Vidal il giocatore con più gol in Liga nell’ultimo biennio. Riannodando la memoria, del triennio bianconero in mano a Conte resta la vertigine dei 40 gol totali. Oggi il suo mentore si acconterebbe di molto meno, basta solo aumentare la produzione offensiva del centrocampo. Lo scorso anno il cileno ha segnato otto reti in campionato, il doppio dei suoi futuri compagni di reparto. Gagliardini, il più prolifico, si è fermato a 4, un gradino sotto Sensi, Brozovic e l’enigmatico Eriksen. In più Conte pensa a un reparto mobile, a una creatura cangiante col cileno come jolly: può fungere da trequartista assaltatore partendo da dietro le punte, oppure arretrare di qualche metro e posizionarsi comodamente centrale in una mediana a due o da mezzala a tre. In attesa del campo, nel giorno uno della sua vita nerazzurra ha capito due cose: gli piace Milano e gli piace l’Inter.

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