Nei tre tornei più importanti che hanno chiuso l’andata nessuno corre come Lautaro e compagni. E ora il tecnico ha la rosa al completo
9 gennaio – 10:49 – MILANO
E poi, se non bastasse il confronto con il proprio passato – solo due volte l’Inter ha fatto meglio dei 48 punti attuali dopo 19 giornate -, magari è utile farsi un giro nell’Europa che conta per dare la dimensione di quel che Lautaro e compagni stanno facendo. Ecco qui: negli altri tre tornei top che sono già arrivati al giro di boa, nessuno ha i numeri della squadra di Inzaghi. Nessuno: né il Real Madrid, campione d’inverno in Spagna, che ha gli stessi punti ma ha una differenza reti peggiore. Né il Psg, con mezzo scudetto in tasca dopo 17 giornate ma con una media punti e una differenza reti peggiori. E neppure il Liverpool, che in Premier viaggia meno velocemente dei nerazzurri. In linea teorica solo il Bayer Leverkusen corre con una media punti migliore, ma in Bundesliga manca ancora un turno per la chiusura del girone d’andata. La sintesi è presto fatta: l’Inter ha numeri da big, da Champions e non solo da scudetto.
Testa a testa lungo
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In fondo, basterebbe questo per appoggiarsi alle certezze in vista del girone di ritorno. Ed è da qui infatti che riparte Inzaghi. Il tecnico ha ritrovato ieri ad Appiano la squadra, la testa è all’ultima partita di campionato a Monza prima di volare a Riad per la Supercoppa. Ma l’obiettivo – non semplice – che vuole riuscire a ottenere il tecnico è quello di allontanare ogni pensiero che vada in direzione Juventus. È un concetto che ha già espresso ai giocatori, lo ribadirà anche nelle prossime ore. L’Inter non deve cadere nella trappola del nervosismo. In altre parole: Inzaghi vuole che i giocatori stessi pensino ai 48 punti, non al fatto di avere la Juventus subito dietro, attaccata in classifica. È un passaggio psicologico non banale. Perché probabilmente c’era la speranza, ad Appiano, che questi 48 punti – solo 2 in meno del Napoli dominatore di un anno fa – fossero sufficienti per creare un divario maggiore in classifica con la seconda. Non è accaduto, anzi è persino probabile che allo scontro diretto del 4 febbraio – complice il rinvio della gara con l’Atalanta causa Supercoppa – l’Inter possa arrivare anche dietro in classifica rispetto alla squadra di Allegri. Come a dire: l’Inter deve fare i conti con un duello che sarà lungo. E in questo senso è bene concentrarsi sui numeri ottenuti, piuttosto che sugli avversari.
fiducia
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Una sola sconfitta, nove gol incassati, 12 clean sheet su 19 giornate, il capocannoniere Lautaro con 16 gol, una squadra che è sempre riuscita a segnare almeno una rete in campionato, non restando mai a secco: c’è questo dietro la fiducia dell’Inter. Che poi sa cogliere anche i segnali positivi da un momento psicofisico non brillantissimo come quello attuale: in fondo, uscire con quattro punti con Genoa e Verona dopo due prestazioni non positive, è un aspetto che va catalogato tra le buone notizie. Il resto lo deve fare un organico che ora Inzaghi avrà nuovamente al completo. C’è un solo infortunato, Cuadrado, che però è stato già sostituito sul mercato con Buchanan. Tutti gli altri sono a disposizione del tecnico, che adesso potrà ricominciare a gestire le rotazioni in ogni reparto, magari trovando anche soluzioni alternative lì dove alcuni protagonisti hanno deluso, leggasi in attacco.
più partite possibili
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La speranza di Inzaghi è quella di limitare gli infortuni da qui in avanti, ovviamente. «L’obiettivo è giocare più partite possibili in questa stagione», ha ripetuto il tecnico dopo il successo sul Verona. L’intenzione è quella di non mettere in secondo piano la Champions League e la doppia sfida con l’Atletico Madrid. Ma è altrettanto chiaro come lo scudetto sia per tutti, dentro l’Inter, il traguardo intorno al quale si orienteranno i giudizi di fine stagione. I 48 punti hanno un peso specifico enorme, dunque. Lautaro e compagni sanno che dovranno mantenere questo ritmo elevato nel girone di ritorno per prendersi anche l’altra metà del tricolore. Ecco perché l’aspetto mentale è decisivo: l’Inter non deve perdere la brillantezza, sotto ogni punto di vista, che l’ha accompagnata dal post Istanbul in poi. Il passato non conta, vero, i 48 punti sono ormai lì. Ma servono a misurare quel di cui si è capaci. Aiutano l’autostima, di sicuro.
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