Inter a due facce: Inzaghi colpevole, ma non solo lui…

Simone scaricato. Calciatori senza scuse, brillanti solo in Coppa. Dirigenti inascoltati. E per dare motivazioni il club propone premi

La notizia che l’Inter stia valutando di dare un premio ai giocatori, se a fine stagione riusciranno a centrare la zona Champions, dimostra tre cose: in che momento difficile si trovi oggi la squadra; quale tremenda paura abbia il club di non arrivare all’obiettivo minimo stagionale (che garantisce gli introiti maggiori); che per motivare giocatori già strapagati serve un altro bonus economico. Da qualsiasi punto la si legga, la probabile scelta, che la società si augura possa risultare vincente, resta una sconfitta. E alla fine comunque vada, sarebbe meglio fare un’ampia piazza pulita all’interno di un gruppo che ha dimostrato scarso attaccamento alla maglia e disputato un campionato deludentissimo e una annata a due facce. Fa un certo effetto dare giudizi tranchant oggi, quando la stagione potrebbe risultare esaltante con la vittoria della Champions League, trofeo che manca all’Inter e all’Italia dal 2010, anno del Triplete di Mourinho.

champions

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Ma è proprio il cammino positivo e convincente dell’Inter in Champions (e in Coppa Italia), in linea con il valore della rosa e il suo altissimo monte ingaggi (il secondo dopo la Juve), a rendere inaccettabile il percorso in campionato e a evidenziare la differenza di atteggiamento, motivazioni e impegno del gruppo in base alle competizioni. Per questo, seppur con responsabilità diverse, nessuno nell’Inter può definirsi esente da responsabilità, né il tecnico, né i giocatori, nè la società.

inzaghi

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Partiamo dal tecnico: il destino di Simone Inzaghi appare segnato. Da alcuni mesi all’interno dell’ambiente interista la fiducia nei suoi confronti è scesa al punto di farlo diventare per quasi tutti un “dead man walking”. Gli viene attribuita una scarsa capacità di tenere alta la tensione nella squadra, di vivere di fiammate e non di continuità, di non aver valorizzato la rosa, di non aver sfruttato al meglio diversi giocatori, di essersi cullato su alcuni risultati positivi, invece di alzare l’asticella. Lo scorso anno è stato considerato il maggiore responsabile dello scudetto buttato dall’Inter, ciononostante gli è stata confermata la fiducia tanto da prolungargli quest’anno il contratto. Una scelta affrettata e poco comprensibile. In campionato però una sconfitta dietro l’altra, Inzaghi ha cominciato a camminare sul filo. Se non è stato cambiato durante l’anno è stato anche per mancanza di alternative. L’andamento altalenante tra campionato e Coppa inizialmente è stato addebitato alla difficoltà del tecnico di mantenere alta la concentrazione e le motivazioni di tutti. Poi però, piano piano, è venuto un dubbio ancora peggiore: che vittorie o sconfitte non dipendano più molto da Inzaghi, ma che siano i giocatori l’ago della bilancia di tutto. Diminuendo così sia i meriti che i demeriti di Simone, che in ogni caso non viene ritenuto più allenatore da Inter ma che (forse…) potrebbe ancora salvare la panchina in caso di vittoria di Champions.

non solo simone

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Da queste colonne e in tempi non sospetti siamo spesso stati critici nei confronti di Inzaghi, giudicandolo sempre per risultati e prestazioni e mai sotto il profilo umano, ritenendolo un uomo sempre corretto e spesso elegante anche davanti alle critiche più accese. Non cambiamo il nostro giudizio ora che tanti altri lo accusano, ma non ci sembra giusto puntare il dito solo su Simone. La squadra ha colpe enormi in questa stagione. La sensazione brutta è che decida di giocare solo quando vuole. Non si riesce a capire altrimenti come si possa vincere 2-0 fuori casa col Benfica e prima e dopo mettere insieme quattro sconfitte e un pareggio in campionato. E perdere le tre ultime partite in casa. Prestazioni imbarazzanti collettive e individuali, atteggiamenti sbagliati, errori grossolani. Una vittoria della Champions farebbe ovviamente dimenticare molto, ma non tutto. Questi giocatori, molti dei quali due anni fa hanno vinto lo scudetto, non si sono dimostrati da Inter. E temiamo che la fragilità della posizione di Inzaghi non li abbia spinti a dare di più. L’ombrello di Simone, il colpevole per eccellenza, ha coperto anche chi non lo meritava.

dirigenza

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Infine presidente e dirigenti: hanno avuto il merito di allestire una rosa di grande qualità e quantità, nonostante i problemi economici. L’inter è sulla carta la squadra più forte del campionato. Però resta incomprensibile la scelta di rinnovare il contratto di Inzaghi, salvo durante la stagione scaricarlo, nonostante le parole di facciata. Non è la lunghezza di un contratto a blindare un tecnico: è la fiducia della società, quando questa vacilla, i giocatori annusano l’aria e non sempre reagiscono come dovrebbero… Durante l’anno sono stati tanti i summit e le riunioni degli alti dirigenti con tecnico e squadra, ma i risultati non si sono visti. Parole, richiami, avvertimenti, minacce di cessioni che non hanno avuto l’effetto sperato, certificando la poca presa anche dei dirigenti sulla squadra. Questo articolo, con tre competizioni aperte, potrebbe a giugno risultare carta straccia. Lo auguriamo all’Inter e ai suoi tifosi che sognano la Champions e non meritano altre umiliazioni in campionato.

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