Inter, 7 questioni non risolte San Siro, la difesa, i cross…

Mauro Icardi osserva la festa Cagliari. Getty

Mauro Icardi osserva la festa Cagliari. Getty

Undici punti in otto partite, due sconfitte di fila, un pari nelle ultime tre: una distanza siderale dalla vetta (10), solo quattro lunghezze dal terzo posto (vero obiettivo), ma in mezzo ci sono sette squadre. La sconfitta in casa col Cagliari apre ufficialmente la crisi. I problemi non si limitano ai numeri, ma anche alle prestazioni. Sono tanti, probabilmente troppi, anche per un tecnico che si è insediato tardi, con una rosa non costruita da lui. Cancellano, ormai, indicazioni positive e potenzialità viste contro la Juve.
fattore san siro — Partiamo ancora dai numeri: in stagione a San Siro i nerazzurri hanno vinto solo contro i bianconeri. Oltre alla sconfitta con la squadra di Rastelli, quella “storica” col Beer Sheva, poi pareggi con Palermo e Bologna. Andando più indietro, prendendo un pezzo della scorsa stagione, l’Inter ha vinto una volta nelle ultime 12 a San Siro. Questione ambientale? Difficile. Prima della contestazione di oggi, al Meazza sembrava tornato il sereno: il pubblico era con la squadra, senza se e senza ma.

Europa condizionante — A San Siro è arrivata anche la prima vera “mazzata” stagionale, quella sconfitta con gli israeliani che ha minato certezze e morali. Il bis a Praga con lo Sparta, oltre a rendere difficile la qualificazione ai sedicesimi di Europa League ha evidenziato che le seconde linee non potevano che restare tali, limitando le scelte del tecnico. Cercando di non essere condizionati dall’impegno del giovedì, si è ottenuto l’effetto opposto.
disequilibrio — Scegliendo De Boer la società ha scelto anche un modello e una visione di gioco: l’olandese corre dei rischi per vedere la sua squadra dominare il campo. Il tutto, però, deve essere corredato da un barlume di equilibrio: invece la squadra sembra sempre spaccata in due tronconi. Quello arretrato, quando perde palla, è in balia degli eventi.
difesa — Poi ci sono colpe particolari del reparto, spesso salvato in prima persona da Handanovic (che talvolta invece ci mette del suo). Il solo innesto di Ansaldi in una linea di quattro che presenta gli stessi uomini della scorsa stagione non ha cambiato un rendimento che era deficitario allora e lo è oggi. Anche perché la protezione degli altri sei è spesso limitata.
centrocampo — Quella del centrocampo è un’altra questione non risolta. Se nessuno può dir nulla a Joao Mario, che si sdoppia con successo, Medel e Banega mostrano limiti. Entrambi perdono palloni o rallentano la manovra: il primo per limiti tecnici, il secondo forse per un eccesso di confidenza.
attacco — Qualche “ballo” dietro sarebbe anche accettabile, se quella nerazzurra fosse una macchina da gol: invece siamo a 1o in 8 gare di A (come 10 sono quelli subiti). E Gabigol continua a essere un oggetto misterioso. Nella gara con il Cagliari si è evidenziato un limite chiaro: cosa serve arrivare 20 volte al cross, se poi non si trova mai un compagno al centro?
questione icardi — Il problema spunta nella giornata più difficile di Icardi, condizionato dal caso “autobiografia e Curva Nord”. Mauro ha segnato 6 degli 11 gol stagionali, averlo al centro del “fuoco amico” è una cosa che in società avrebbero probabilmente evitato volentieri. Per farlo, probabilmente, sarebbe servito leggere le bozze dell’autobiografia del 23enne prima che andasse in stampa. Senza invocare la censura, avrebbe aiutato a essere più pronti allo scoppio del caso.

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