Insulto razzista: la squadra abbandona il match e incassa sconfitta e multa

È successo all’Under 18 dell’Arcellasco. La società: “Basiti dalla sentenza, smettiamo di predicare bene e razzolare male. Così passa il messaggio sbagliato”

La squadra abbandona il campo dopo che uno dei suoi giocatori viene fatto oggetto di insulti razzisti. Ma la parte lesa finisce con l’incassare una sconfitta a tavolino, un’ammenda (80 euro) e un punto di penalizzazione in classifica inflitti dal Giudice Sportivo. E’ quanto accaduto all’Arcellasco, la cui squadra Under 18 – che partecipa al campionato regionale – aveva anzitempo lasciato il terreno di gioco nella partita casalinga dello scorso 26 aprile contro il Bresso, dopo un insulto razzista a un proprio calciatore.

espulso

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Come riporta “La Provincia di Como”, i giocatori della squadra della frazione di Erba (Como) avevano deciso di non proseguire per via di un insulto a sfondo razziale da parte di un avversario nei confronti di loro atleta. Il giocatore del Bresso era stato espulso, e, prima di recarsi negli spogliatoi, avrebbe ripetuto le stesse parole. Per lui è arrivata una squalifica di 11 giornate. I ragazzi dell’Arcellasco, appoggiati nella decisione dalla propria dirigenza, avevano detto stop sul 2-1 per il Bresso. L’Arcellasco, sui propri social, scrive: “Basiti da questa sentenza del Giudice Sportivo. Alla luce del comunicato, siamo ancora più fieri e orgogliosi della scelta dei nostri ragazzi. Sapevamo che saremmo andati incontro a una sconfitta per 3-0, queste sono le regole (discutibili, ma queste sono). E lo accettiamo. Si parla di inclusione, lotta al razzismo, rispetto e poi la scelta legittima e coraggiosa di un gruppo di ragazzi viene anche punita con multa e un punto di penalizzazione. È forse giunto il momento di smetterla di predicare in un modo e agire in un altro”.

motivazioni

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“Pur ritenendo la scelta della società Arcellasco di non continuare la partita, frutto di un episodio deprecabile ed estremamente negativo – si legge nelle motivazioni del Giudice Sportivo -, tuttavia ai fini della presente decisione non si può prescindere dalla disposizione su indicata, ovvero l’obbligo, come da regolamento, di proseguire la partita”. “Nonostante ci penalizzi molto, avremmo anche accettato di perdere l’incontro 0-3 – ha commentato il vicepresidente Andrea Colombo a “Erba Notizie” -ma ci saremmo aspettati che, come segnale forte verso l’esterno, il Giudice stabilisse di non riconoscerci il punto di penalizzazione e la multa. In questo modo, a nostro parere, passa il messaggio sbagliato sia nei confronti i ragazzi che hanno fatto una scelta inattaccabile, coraggiosa, responsabile e matura sia verso il mondo dello sport in generale. Tanto ci si batte, anche a più alti livelli, contro fenomeni di discriminazione, quanto poi, quando si presentano, a farne le spese sono coloro che hanno deciso di opporsi concretamente a gesti inaccettabili. Abbiamo deciso di non fare ricorso, anche perché i limiti erano ormai scaduti e non ci interessa nemmeno recuperare i punti persi. Vorremmo solo che passasse l’idea che le cose devono cambiare, a qualsiasi livello, e che un arbitro possa avere l’autorità di sospendere una competizione laddove si presentino casi di questo tipo. Andremo avanti a batterci per questo non tanto per un risultato personale quanto perché le cose possano davvero cambiare”.

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