Insulti con Ibra, botte con Rabiot, manie da “padrino”: viaggio nel mondo di Maignan

Il nuovo portiere del Milan è il migliore della Ligue 1 per i lettori di France Football. E non ha problemi di autostima: “Non ho nulla in meno di Neuer, Oblak o Navas”

Keylor Navas miglior portiere di Ligue 1? Non per i lettori di France Football: tutti pazzi per Mike Maignan, votato in larga maggioranza con sondaggio online sul sito. Una botta di autostima per “Magic Mike”, che peraltro non ne ha bisogno: nell’ultima intervista in tv (lo scorso mese) il nuovo acquisto del Milan dichiarava di considerarsi il migliore. Superiore a Navas, ma anche a mostri sacri come Oblak e Neuer: “Non ho nulla in meno di loro”.

All’inferno e ritorno

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La sua carriera, come del resto la sua vita, non è stata sempre facile. Nel 2018 era finito fuori rosa a Lilla, da lì è ripartito (nel 2019 è stato eletto miglior portiere di Ligue 1). E adesso in nazionale, con vista sull’Europeo, ha scalzato anche Areola che gli aveva sottratto il posto al Psg: è il candidato principale a diventare titolare quando che Lloris si ritirerà. Da piccolo però non gli piaceva fare il portiere, si sentiva attaccante. E quando gioca con gli amici lo chiamano ancora il “pistolero”.

Il garage

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Tifoso del Liverpool, da ragazzo sognava di diventare un “padrino”, un delinquente alla Scarface. Poi è cresciuto e oggi si autodefinisce “organizzato, esigente, perfezionista e molto rancoroso”, con uno strano hobby: “Mettere in ordine il mio garage, almeno due ore a settimana, così posso trovare tutto anche a occhi chiusi”. Viene da uno dei paesi più malfamati della periferia di Parigi, dove nel 2007 scoppiò una rivolta dopo la morte di un paio di ragazzini inseguiti dalla polizia. Un duro dal cuore tenero, Maignan: “Vincere quattro Champions non ha valore, il vero trofeo è far felice la mia famiglia e rendere fiera mia mamma”.

Infanzia difficile

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Prima di fare il titolare a Lilla, Maignan si è fatto le ossa al Psg. Anzi, se l’è quasi spaccate ai tempi di Ibrahimovic che lo prendeva a “sassate” e lo insultava se non parava. Anche per questo Mike, dopo la cura Zlatan, non teme rivali e avversari. Come ha raccontato a France Football: “Nel calcio – ha spiegato in un’intervista il mese scorso – si vede di che pasta sei fatto non tanto quando sei al top, ma quando precipiti e ti devi rialzare. Ogni fine settimana sei nel mirino dei fucili della gente che ti osserva, pronta a spararti addosso”.

Con Ibra e Rabiot

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Mentalità coltivata anche in allenamento ai tempi del Psg, agli albori della sua carriera, fronteggiando un certo Ibrahimovic: “Anche se non ci sentiamo più da tempo, Zlatan mi piace. È un tipo vero che ti dice le cose in faccia. Ma mi è capitato di rispondergli a tono, anche se all’epoca ero un ragazzino. Ricordo un allenamento, a 17 anni, al primo anno da professionista. Ibrahimovic calciava pallonate a 400 all’ora, manco dovesse segnare a Buffon o a Julio Cesar. Non riuscivo a parare e allora mi dice: ‘Sei un portiere di m…’. Solo che subito dopo gli paro un tiro e là non potevo non rispondergli e gli ho detto: ‘E tu sei un attaccante di m…’. Sul momento mi ha ignorato, ma poi in spogliatoio mi ha detto che mi apprezzava e ho capito che mi piaceva non solo come giocatore ma anche come persona”. Altre scintille Maignan le ha avute con Rabiot, uno che con Ibrahimovic è venuto alle mani ai tempi del Psg: “Con Adrien ci siamo quasi menati, la seconda volta che ci siamo visti. Colpa di una battuta che lui ha preso come mancanza di rispetto. È un tipo tranquillo, ma ha un carattere molto forte. Da allora andiamo d’accordo”.

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