Insofferenza Lukaku: ora è il destabilizzatore

Il mistero Lukaku continua. Il rigore contro lo Spezia, infatti, ha soltanto confermato la sua infallibilità dal dischetto in maglia nerazzurra, ma non ha sgombrato il campo ai tanti dubbi che continuano ad aleggiare sulla sua effettiva condizione atletica, anzi. Dall’ultima volta in cui non è sceso in campo, la Supercoppa con il Milan del 18 gennaio, sono trascorsi quasi 2 mesi, ma il belga continua ad apparire come un giocatore frenato, incapace di spingere al massimo il suo motore, perché, in qualche modo, frenato, se non “zavorrato“. Con Conte, Big Rom travolgeva tutto e tutti: lanciato a campo aperto, non c’era modo di arrestarlo. Ebbene, da quando è tornato in nerazzurro, non è mai riuscito a scatenare la sua potenza. Ovvio, gli infortuni lo hanno tenuto fuori a lungo nella prima parte della stagione.

Inoltre, con Inzaghi, l’Inter gioca in modo diverso: punta sul palleggio e non sulle ripartenze come con Conte. Ma, nell’anno scudetto e pure in quello prima, Lukaku riusciva comunque a fare la differenza contro difese chiuse, che lasciavano pochi spazi. Perché anche in quelle situazioni faceva pesare il fisico. Beh, la sensazione è che, oggi, quello stesso fisico non lo sostiene più in quello che vorrebbe fare.

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In bilico

In quasi due mesi, però, la forma si può, anzi si deve recuperare. E allora il dubbio è che i metodi di allenamento di Inzaghi non siano congeniali a Big Rom. O, forse, sarebbe più giusto dire, alla luce del suo percorso, che soltanto Conte nella sua carriera è stato in grado di portarlo al massimo delle potenzialità. Gli altri allenatori, invece, quindi anche l’attuale tecnico nerazzurro, si sono fermati prima. Ed è chiaro che una considerazione del genere solleva interrogativi per il futuro. Vale a dire: ha davvero senso insistere con Lukaku e trovare un nuovo accordo con il Chelsea per un altro prestito? La risposta non può che restare in sospeso. Anche perché, in questo momento, più che la prossima stagione, l’Inter deve pensare a quella attuale. Tra un quarto di finale di Champions da conquistare nel match di ritorno con il Porto e, soprattutto, un posto nell’Europa che conta da confermare anche per il nuovo anno.

Chi con il Portogallo?

Tagliare il doppio traguardo, evidentemente, farà la differenza anche per le sorti di Big Rom. Che, però, di qui alla fine dell’annata dovrà essere protagonista. Intanto, lo sarà martedì al Do Dragao? Se Dzeko fosse quello di un paio di mesi fa, non ci sarebbero dubbi sul posto in panchina per l’attaccante belga. Ma la luce del bosniaco è spenta da tempo. E, seppur entrando solo nel finale, contro lo Spezia, ha finito per sprofondare anche lui. Insomma, ad oggi, la bilancia non pende dalla parte di nessuno. Qualcosa si capirà tra oggi e domani. Affidandosi alle sensazioni, il fatto che il Porto debba attaccare per rimontare dovrebbe aprire spazi invitanti per l’Inter, e quindi anche per Lukaku. Potrebbe davvero essere la sua partita, quindi. Qualora andasse nuovamente male, però, l’ennesima occasione sprecata avrà un peso per le decisioni finali.

All’ultimo

Intanto, in vista del Porto, Inzaghi spera sempre di recuperare Skriniar, che ieri ha corso e che oggi proverà a forzare. Quella dello slovacco, resta una situazione in evoluzione. Dovesse rientrare l’infiammazione alla schiena, non ci sarebbero problemi nel lanciarlo dall’inizio. E sarebbe una bella rete di sicurezza, tenuto conto del rendimento difensivo in trasferta. 


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