Infortuni e nervi tesi: il Liverpool rischia con l’Ajax. E l’Atalanta ci crede

Il k.o. coi bergamaschi ha complicato il cammino dei Reds verso gli ottavi. Klopp polemico sui calendari, Robertson attacca la Var e Salah non gradisce le sostituzioni

dal nostro corrispondente Stefano Boldrini

30 novembre – Londra

Liverpool-Ajax si sfidano ad Anfield, dove in queste ore è in via di approvazione l’ulteriore ampliamento che porterà a quota 61 mila spettatori la capienza dello stadio – spesa prevista 60 milioni di sterline –, per la seconda volta nella storia: bisogna risalire al 14 dicembre 1966 per trovare l’unico precedente. L’anno, per rendere l’idea, in cui l’Inghilterra conquistò il suo primo e unico titolo mondiale. La memoria di quella sfida, finita 2-2, è affidata ai filmati consultabili su YouTube: bianco e nero, stadio pieno, qualche poliziotto a sorvegliare il pubblico e un ragazzo olandese magro firma dei due gol dei Lancieri. Aveva 19 anni, quel giorno. Si chiamava Johann Cruijff.

Emergenza Reds

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L’Ajax attuale, leader della Eredivisie – 9 vittorie e 1 sconfitta -, non possiede un talento paragonabile a quello di Cruijff, ma può creare problemi a un Liverpool in piena emergenza: 7 infortunati. Ai nomi di Van Dijk, Gomez, Alexander-Arnold, Oxlade-Chamberlain e Shaqiri, si è aggiunto sabato scorso quello di Milner – stiramento –, mentre la notizia di un imminente ritorno di Thiago è stata smentita da Klopp: “Lo rivedremo a gennaio. L’infortunio al ginocchio rimediato nel derby è stato importante”. Scelte obbligate, ma ormai i Reds ci hanno fatto il callo. L’ambiente è turbato da altre vicende. La Var viene criticata in lungo e largo: alle esternazioni di Henderson che vorrebbe abolirla, si è aggiunto il parere contrario di Robertson. Il vento contro la moviola sta diventando una tormenta: in un sondaggio promosso su Twitter dal giornalista Oliver Kay, importante firma di The Athletic UK, l’86% ha dichiarato che il calcio è meglio senza tecnologia.

Questione Klopp

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C’è poi la questione-Klopp e qui si entra in un terreno minato. L’allenatore tedesco si è scagliato più volte negli ultimi tempi contro la programmazione tv: orari troppo ravvicinati tra una gara e l’altra, problema acuto quando c’è di mezzo l’Europa. Sabato scorso il botta e risposta dopo l’1-1 di Brighton con il reporter Des Kelly di BT Sport è stato un bel match. Kelly ha replicato punto per punto, mentre i giornali, in particolare i soliti tabloid, hanno ricordato a Klopp che il rovescio della medaglia di questa situazione è la valanga di denaro riversata dalle emittenti alla Premier. L’allenatore del Liverpool non è l’unico impegnato in questa battaglia: anche Lampard e Solskjaer hanno alzato la voce, ma sicuramente quella di Klopp è stata la più forte.

Salah

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La Var e le battaglie politiche hanno oscurato il gesto d’insofferenza di Salah al momento della sostituzione, il 63’, di Brighton-Liverpool. L’egiziano, rientrato contro l’Atalanta dopo la positività al Covid – l’ex attaccante della Roma pagò con il contagio la partecipazione alla festa di matrimonio del fratello –, ha negato persino la mano a Klopp dopo il cambio. Salah dovrebbe giocare contro l’Ajax: se a sorpresa dovesse andare in panchina, sarebbe difficile non intravedere nella scelta di Klopp qualcosa di punitivo nei suoi confronti. I tre punti contro gli olandesi servono non solo alla qualificazione agli ottavi, ma anche a mettersi alle spalle una settimana complicata, figlia del k.o. ad Anfield contro l’Atalanta.

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