Imprese, polemiche e notti thriller in Champions: Pochettino-Pep, ci risiamo

Il primo confronto nel 2009, quando l’argentino guidò l’Espanyol ad un’impresa. Poi una lunga rivalità, che si ripresenterà con Psg-Manchester City

Dal nostro corrispondente Stefano Boldrini

26 aprile – Londra

Marcelo Bielsa versione maestro venerabile e Barcellona città del cuore sono gli elementi di congiunzione delle vite di Mauricio Pochettino e Pep Guardiola, di nuovo avversari nelle semifinali di Champions. L’ultima volta in Europa, nella primavera del 2019, il Tottenham del manager argentino eliminò ai quarti il Manchester City del sommo catalano. Pochettino ora balla a Parigi. Pep, reduce dalla conquista della quarta Coppa di Lega di fila e con il terzo titolo inglese a un passo, punta la terza finale Champions della carriera, dopo i trionfi con il Barcellona a Roma (2009) e Londra (2011).

Le imprese con l’Espanyol

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Pep, 50 anni, è un catalano che per forza di cose doveva trovare la sua dimensione a Barcellona: settore giovanile e poi undici stagioni da professionista, ruolo centrocampista, dal 1990 al 2001. Totale: 382 presenze e 11 gol. Mauricio Pochettino, 49 anni, viene dalla pampa argentina e scelse un bel giorno Barcellona, attratto dalla vita e dalla movida di una città intrigante. Ex difensore, ha indossato la maglia dell’Espanyol in due finestre, per un totale di 318 gare e 15 reti. Avversari sul campo in molti derby, i due si ritrovarono di fronte in panchina per la prima volta il 21 gennaio 2009. Pochettino era all’esordio assoluto. Due giorni prima era stato nominato terzo coach della stagione dell’Espanyol, ultimo in classifica. Due allenamenti nel giro di 12 ore e subito la partita, contro il Barcellona di Guardiola, nell’andata dei quarti di Copa del Rey. Il Barça stava dominando la Liga. L’Espanyol era in fondo alla graduatoria. Pronostico a senso unico: finì 0-0: “Chiesi ai giocatori di pressare alto e di marcare a uomo in difesa – il ricordo di Mauricio – mi guardarono come se fossi un matto e invece andò benissimo. Aggredire l’avversario e guardarlo negli occhi significa avere coraggio. Nel calcio è una componente fondamentale. Al ritorno, otto giorni dopo, perdemmo 3-2, ma salutammo la Coppa a testa alta”. La gara del 21 febbraio nella Liga chiuse il cerchio di questo incredibile trittico. L’Espanyol andò a vincere al Camp Nou 2-1 e sullo slancio di quell’impresa, con un’incredibile rimonta si salvò.

Sgambetti Champions

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Guardiola e Pochettino si ritrovarono di fronte in Inghilterra, il primo alla guida del Manchester City, il secondo a quella del Tottenham, nel 2016. Pep partì a tavoletta in Premier. Il primo ko arrivò proprio di fronte agli Spurs: 2-0. Una sconfitta che lasciò il segno: il City perse posizioni e chiuse la stagione senza trofei. Nell’autunno 2017 la rivalità fu alimentata da una polemica. Guardiola definì il Tottenham “la squadra di Harry Kane”, per sottolineare come tutto, o quasi, dipendesse dai gol del centravanti. Pochettino non la prese bene. La rivincita dell’argentino arrivò nei quarti della Champions 2018-2019. Gli Spurs, a sorpresa, eliminarono il City, scornato anche da un rigore fallito all’andata da Aguero a Londra e dall’annullamento di un gol di Sterling nel recupero del ritorno. La Var registrò il fuorigioco di Aguero: Guardiola si disperò in ginocchio. In finale, il Liverpool di Klopp impedì a Pochettino di conquistare il primo trofeo da allenatore, centrato a Parigi con la Supercoppa 2021. I numeri inchiodano l’argentino. Nei 18 scontri diretti con Guardiola, 10 vittorie del catalano, 5 pareggi e 3 successi di Mauricio. Nei titoli da manager, siamo 30-1 per Guardiola. Il calcio però non si ferma mai e questa semifinale è una nuova storia. Una proprietà del Qatar contro una degli Emirati Arabi. Mbappé e Neymar contro De Bruyne e Foden. Chi ha detto di no alla Superlega contro chi aveva aderito – salvo poi essere il primo a defilarsi -. Grande sfida: Marcelo Bielsa, totem dei due, se la godrà in tv.

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