Immobile tra i colpi del 2016: «Anno d'oro, grazie a Ventura e Lazio. Sogno Champions e Mondiale»

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Immobile tra i colpi del 2016: «Anno d'oro, grazie a Ventura e Lazio. Sogno Champions e Mondiale»
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Il centravanti azzurro racconta il suo anno d’oro: «Inzaghi mi ha stupito. E ora voglio tenermi stretta l’Italia insieme a Belotti»

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Il centravanti azzurro racconta il suo anno d’oro: «Inzaghi mi ha stupito. E ora voglio tenermi stretta l’Italia insieme a Belotti»

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ROMA – Un anno con i fiocchi quello che sta per finire per Ciro Immobile, dopo una stagione tra vagliata a Dortmund e mezzo campionato altrettanto complicato nel Siviglia. Se fosse stato brasiliano l’avrebbero chiamata ‘saudade’, ma lui è uno ‘scugnizzo’ e forse  aveva solo bisogno di ritrovare il calore dell’Italia per tornare a sentirsi un bomber, lo stesso capace di segnare 22 gol nella stagione 2013/14 con il Torino di Ventura. E proprio al suo vecchio mentore va gran parte del merito, perché è stato lui nello scorso gennaio a rivolerlo in granata (5 reti in 14 gare) con la formula del prestito e poi a farne uno dei punti fermi della sua nazionale una volta divenuto Ct. E a suon di gol e prestazioni Immobile si è guadagnato la chiamata della Lazio, che gli ha dato in mano le chiavi dell’attacco consegnandogli la pesante eredità di Miro Klose. Di questo e di tanto altro il bomber ha parlato oggi in una lunga intervista rilasciata ai microfoni di ‘Premium Sport’.

LA LAZIO – «Ho scelto la Lazio – ha spiegato – perché è stata la squadra che più mi ha cercato e più mi ha voluto tra tutte quelle interessate a me. Fortunatamente è riuscita a trovare l’accordo con il Siviglia e io ero d’accordo su tutto, perché la Lazio è una società con tante vittorie alle spalle e che doveva rilanciarsi proprio come me. Era un matrimonio perfetto. Le delusioni estere? A Dortmund un po’ è stata colpa mia e un po’ della squadra. Il Borussia in quella stagione non è riuscito a fare bene come negli anni precedenti e io, essendo straniero, ho trovato ancora più difficoltà. Mi porto però dentro un’esperienza fantastica, sono riuscito a fare 4 gol in Champions ed è stata una tappa fondamentale per la mia carriera. Per quanto riguarda Siviglia è stata una stagione diversa, non ho mai avuto la fiducia e non mi sono mai sentito importante per l’ambiente. A gennaio ho preferito andare via per avere la possibilità di giocare anche in Nazionale».

IL TORO E I SUOI MAESTRI – Sul precedente ritorno a Torino rivela invece che «c’erano altre squadre interessate a me, la Samp mi aveva chiamato prima di tutti ma ero troppo legato al Torino che in quel momento era in difficoltà e avevo voglia di dare una mano a chi mi aveva lanciato nel grande calcio e a chi mi voleva bene. Per questo i recenti fischi dei tifosi granata mi hanno fatto molto male. Da un altro lato però più significa che mi hannoamato tantissimo. Resta il fatto che io non ho voluto dire come sono andate veramente le cose, chi ha voluto capire le scelte e le situazioni, che non sono state solo mie, ha accettato e ha capito il mio gesto di non esultare». Su Zeman, dichiara: «E’ stato un maestro di vita, mi ha insegnato tutti i movimenti d’attacco che so fare e poi anche fuori dal campo è stato importante per me. Con la sua esperienza a Pescara è riuscito a gestire un gruppo molto giovane, portandolo alla vittoria del campionato. Ventura? Con lui ho sempre avuto un rapporto umano speciale, nei momenti difficili si faceva sentire come persona, mi stava vicino. Stavamo ore a parlare nel suo ufficio, mi diceva dove avrei potuto migliorare e perché in quel momento non riuscivo a segnare. Mi tranquillizzava a livello mentale e a livello tecnico mi ha insegnato a giocare in tutti i modi e questo mi è servito molto per dopo. Con lui sono cresciuto tantissimo».

KLOPP E INZAGHI – Poi si passa a Klopp«E’ diverso dai mister di cui ho parlato prima. Klopp è un allenatore più di cuore che motiva tantissimo la squadra, i giocatori sono tutti suoi fratelli. Forse tatticamente è meglio Ventura, lui invece punta tutto sulle motivazioni, sul fatto di scendere in campo sempre con la grinta e la cattiveria giusta». Infine su Simone Inzaghi, che grazie anche ai suoi gol in questo girone di andata ha sorpreso tutti portando la Lazio a ridosso della zona Champions: «A dire la verità non mia spettavo fosse così preparato dal punto di vista tattico e come esercizi di lavoro. Mi ha sorpreso perché è un allenatore giovane ed è importante per noi che siamo un gruppo che sta crescendo: questo binomio tra noi e lui è un qualcosa di speciale e penso che lo stiamo dimostrando in campo».

FAME DI GOL – Passano le stagioni ma la fame del gol comunque resta sempre la stessa: «Il primo segnato con la Lazio è stata una bella emozione, una bella soddisfazione perché ho subito rotto il ghiaccio. La gente si aspettava tanto da me, ma questo più che un peso per me è sempre un motivo in più per fare bene. Sapevo che c’era una maglia pesante da ereditare ma non mi sono mai fatto trascinare da questo, sono rimasto tranquillo e sono felice di quello che sto facendo. Anche la prima rete all’Olimpico è stato emozionante. Io i gol me li ricordo tutti ma quando fsegno per la prima volta in casa, sotto la curva, è diverso perché sento proprio il calore della gente che mi entra dentro. Sono emozioni che ti restano dentro».

TIFOSI E DERBY – Su Lotito che ha detto che la squadra ha avuto il merito di riportare la gente allo stadio, dichiara: «Ha ragione e di questo siamo orgogliosi. Solo grazie al lavoro e alle prestazioni siamo riusciti a riportare i tifosi allo stadio e vederlo stadio pieno. Una curva come al derby è emozionante per noi. Queste sono le cose belle del calcio e la vicinanza della gente la sentiamo e la viviamo al 100% nello spogliatoio. Siamo felici». Eppure il derby perso è una ferita ancopra a perta per Immobile: «Abbiamo passato una settimanamolto triste. Non era facile reagire, abbiamo visto tantissimi tifosi darci la carica prima ed eravamo dispiaciuti per loro che ci tenevano particolarmente a questa partita. Questa sconfitta però ci ha caricato ulteriormente, come abbiamo dimostrato poi a Genova contro la Sampdoria. La ChampionsIl nostro obiettivo è quello di stupire. Non siamo partiti con il favore del pronostico ma siamo consapevoli della nostra forza. Questo può anche essere un difetto perché a volte perdiamo concentrazione in allenamento, siamo giovani ed è facile cadere nelle distrazioni. Però sono convinto che la squadra sia forte, il mister sta lavorando duramente e sono convinto che riusciremo a mantenere questo ritmo. Poi se gli altri saranno più bravi e arriveranno sopra di noi lo vedremo alla fine. Il nostro obiettivo è quello di continuare quello che abbiamo fatto fino adesso».

L’AZZURRO COL ‘GALLO’ – Al di là degli obiettivi di squadra comunque c’è anche la voglia di riconquistarsi lo scettro dei bomber. E Immobile lo ammette senza troppe ipocrisie: Sulla classifica cannonieri, dichiara: «Ci penso perché l’ho già vinta ed è stata una bellissima emozione. So che gioia ti dà avere quel premio a casa, quando assaggi una cosa buona poi è difficile farne a meno. Ma la concorrenza è tanta, sono partito bene, adesso c’è stato un momento di appannamento che spero finisca presto». Tra i rivali più pericolosi c’è anche il suo vecchio compagno Belotti, con cui ora fa tandem in azzurro: «Sono felice che stiamo facendo bene perché prima dell’Europeo si diceva che gli attaccanti in Italia scarseggiavano, invece adesso con il mister Ventura per fortuna siamo riusciti a ingranare bene. Io e il ‘Gallo’ stiamo facendo bene, sarà difficile arrivare al Mondiale ma sono felice di questo momento. Per fortuna che in Nazionale si gioca con le due punte e non c’è bisogno di fare a meno di uno dei due. Spero di mantenere il posto in azzurro perché già l’ho perso con Conte e non vorrei perderlo anche con Ventura».

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