Immobile non è intoccabile. Kean, Raspadori, Zaniolo: il piano B per fare gol

Ciro nell’Italia continua a non incidere come nella Lazio. Il neo juventino in pole per rivitalizzare l’attacco

dal nostro inviato Luigi Garlando

5 settembre – Basilea (Svizzera)

L’ultimo gol azzurro a Basilea lo ha segnato Gigi De Agostini: Svizzera-Italia 0-1. Quel giorno, 31 marzo 1990, debuttava Totò Schillaci che iniziava così la rincorsa verso le sue notti magiche. Sulle stesse zolle spera di muovere un buon passo verso il Mondiale anche il gruppo di attaccanti che bracca la titolarità di Ciro Immobile.

Il centravanti della Lazio, esplosivo nelle prime due partite di campionato, giovedì a Firenze è rinculato negli impacci europei. Ancora la stessa impressione: che la maglia della Nazionale gli risucchi energie, lo svuoti di forza, come dimostrano i tanti tiri deboli dal limite, che rotolano lenti come se il pallone fosse sgonfio. Quei palloni, alla Lazio, s’impennano e finiscono sotto la traversa come cannonate. Nella ripresa gli è arrivata una palla preziosa nel cuore dell’area che ha tentato invano di addomesticare. All’Olimpico ci sarebbe riuscito. Mancini, per tutto l’Europeo, gli ha aperto un ombrello sopra la testa, lo ha difeso e lo ha sempre riproposto: “Il più criticato alla fine deciderà l’Europeo”. Hanno deciso altri, Immobile però è ancora titolare e gode sempre della piena fiducia del c.t., ma la situzione oggi è diversa. Non siamo più nel cuore di una grande manifestazione, dove ogni cambiamento innesca un’onda emozionale nel gruppo, chiuso a lungo in ritiro. E, soprattutto, siamo a inizio stagione. La condizione precaria di molti giustifica le modifiche di formazione in partite molto ravvicinate.

Tentazioni

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Ecco perché Mancini, pur portato alla conferma di Immobile, ha considerato molto anche le alternative. La prima è Kean che offre un’interpretazione più dinamica del ruolo. Può palleggiare e aiutare la mediana, ma anche scambiarsi con Insigne che diventerebbe falso 9 in alcuni tratti della partita, per depistare i centraloni di Yakin. Come potrebbe fare lo scattante Raspadori che ha già giocato uno spezzone di gara contro la Bulgaria. Scamacca sarebbe l’opzione più classica e più fisica, la più adatta, a partita in corso, dovessimo ritrovarci nelle necessità di un assedio incalzante, con torre sotto le mura. L’idea del falso 9, che aggiungerebbe un palleggiatore a una squadra atleticamente imperfetta, potrebbe anche essere quella di partenza, nell’interpretazione di Insigne (con Pellegrini a sinitra) o di Bernardeschi.

Un anno dopo

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Nel racconto della partita, a un certo punto, dovrebbe entrare anche Nicolò Zaniolo. Si ruppe il ginocchio nel cuore di una partita chiave per la Nations League, in trasferta, ad Amsterdam. Era il 7 settembre 2020. Quasi esattamente un anno dopo, 5 settembre, tornerebbe nel cuore di un’altra partita chiave, in trasferta. Sarebbe un cerotto incollato su un incubo. La sua vita azzurra nella nazionale maggiore, al momento, è ferma a 254’ di gioco, spalmati in sette presenze, tre da titolare. Due gol all’Armenia. Il ragazzo romanista potrebbe dare il cambio a Chiesa che ha giocato per intero, con grande intensità, la partita di Firenze. La Svizzera, specie se le cose si dovessero mettere bene per noi, potrebbe regalarci spazi adatti ad esaltare le caratteristiche atletiche di Zaniolo. Più in generale, come accade a tutte le squadre vincenti e quindi studiate, Mancini nel futuro prossimo si troverà nella necessità di proporre alternative spiazzanti per superare gli anticorpi sviluppati dalla concorrenza. Zaniolo, che ha caratteristiche uniche rispetto ai centrocampisti e agli attaccanti del gruppo azzurro, è l’arma più spiazzante a disposizione di Mancini. Potrebbe ripartire stasera dalle zolle di Totò Schillaci, patrono dei gol sbucati dal nulla.

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