Immobile: “La Scarpa d’Oro la mia vendetta. Con il Papa…”

ROMA – Sono stati giorni pieni di gioie, sorrisi, complimenti. Ciro Immobile ha finalmente in mano la Scarpa d’Oro 2020: sudata, rincorsa, sperata. Ce l’ha fatta, sogno acciuffato. Ora si gode il momento e ai microfoni di Marca ha raccontato: “È stato bello aspettare il trofeo, la cosa più importante è che l’ho presa (ride, ndr). Dopo un romanista non potevo mancare io: Toni e Totti erano giocatori straordinari e campioni del mondo. Sono orgoglioso di seguire le loro orme e vedere il mio nome tra tutti i grandi calciatori che hanno vinto prima di me. Questa Scarpa d’Oro è una sorta di vendetta, ma non contro qualcuno personalmente. Nel calcio ognuno ha il suo momento e la scorsa stagione è stato il mio”.

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Immobile e il Covid: tutti a casa in famiglia

“Ho scoperto la passione per la cucina e per il giardino. Poi ballo con mia moglie e i miei figli. Questo mi ha fatto andare avanti. La Juve a 17 anni? É stato un cambiamento difficile per me tra due realtà completamente diverse. A quel tempo ero giovane e pieno di sogni per arrivare in Serie A. Per farlo devi sacrificarti tanto e avere un amore assoluto per il calcio. Ho lavorato duramente per arrivare a questa Scarpa d’Oro. So che molti giovani hanno questi sogni e stanno attraversando un momento difficile in questo periodo di pandemia. Ma voglio incoraggiarli: stringete i denti, non mollate, perché tutti abbiamo l’opportunità di realizzare i nostri sogni professionali. Mia madre venne a Torino per farmi tornare a casa, era il giorno del mio compleanno. Mi disse: ‘Sbrigati e torna, che ci fai qui?’ Fortunatamente, per una volta, non ho ascoltato mia madre”.

Immobile e l’incontro con Papa Francesco

“Sono molto religioso. Un mese fa ho avuto un’udienza privata con il Papa insieme a Claudio Lotito. È stata una giornata molto emozionante per me. Gli piaceva il fatto che avessi tre figli. Adora le famiglie numerose e mi ha incoraggiato ad averne di più. Ha detto che avrò ancora tempo per altri figli. E sì, meglio non negare un desiderio del Papa (ride, ndr). A Roma siamo felici, la mia famiglia adora la città. Insieme alla società e all’allenatore Inzaghi stiamo costruendo insieme un progetto che ci ha portato tanti successi. E vogliamo lavorare per altre gioie. È stato difficile prendere l’eredità di Klose alla Lazio. La stessa situazione mi è capitata al Borussia Dortmund dopo l’addio di Lewandowski. Non mi piacciono i confronti. All’estero ho comunque imparato molto anche se, a livello sportivo, le cose non sono andate in modo ottimale. Klopp è stato impressionante, si distingue per il suo spirito combattivo. Tuchel mi è sembrato un tipo meticoloso, un allenatore all’italiana”.

Zeman e Nazionale, parla Immobile

“Zeman era un tecnico da “attacco, attacco e attacco”. Questo mi ha regalato il primo titolo da capocannoniere in Serie B nel 2012 con il Pescara. In quella squadra c’erano anche Insigne e Verratti. La Nazionale? Non andare al Mondiale 2018 la più grande delusione della mia carriera. Ma come spesso accade, abbiamo imparato molto da questo. Con Mancini ora stiamo facendo un risultato fantastico e i risultati parlano chiaro. Si sente che i tifosi sono di nuovo entusiasti dell’Italia”.

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