Immobile: “Inzaghi speciale, ma ci litigai. Le critiche? Quando smetterò…”

Il bomber della Lazio si racconta a Marco Parolo tra campo e passato: “Lukaku farà 25 gol. A Dortmund avrei avuto bisogno di più tempo”

Più che un’intervista, una lunga e divertente chiacchierata con un ex compagno di squadra, che è poi soprattutto un amico fraterno. Ciro Immobile l’ha concessa – per Dazn – a Marco Parolo, con cui ha giocato assieme nella Lazio per cinque anni, dal 2016 a un anno fa. Facile aprirsi con chi conosci bene, con chi hai vissuto assieme tante vigilie di partita. Eh sì, perché Immobile e Parolo oltre ad essere compagni di squadra sono stati anche compagni di stanza nei ritiri prepartita. Ciro ha così ripercorso volentieri le tappe della sua carriera, le sue emozioni, ma ha anche fatto qualche pronostico per la stagione appena iniziata.

COME SI SEGNA

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L’attaccante biancoceleste ha cominciato spiegando in che modo costruisce le sue marcature: “Quando ero più giovane segnavo soprattutto di istinto. Ancora adesso immagino il gol prima ancora di realizzarlo, nel senso che so dove va a finire la palla e so dove voglio metterla”. E’ accaduto anche nel match con il Bologna, alla prima giornata, solo che poi qualcosa è andato storto: “Nel primo tempo ho avuto un’occasione importante. Lanciato a rete ho pensato di fare il cucchiaio su Skorupski, anche perché sapevo che lui si sarebbe tuffato. Solo che all’ultimo momento la palla è rimbalzata male ed ho dovuto optare per il tiro secco, il portiere ci è arrivato”. Di solito, però, le cose vanno meglio: “Sì, però il chiodo fisso del gol ce l’avevo nei primi anni di carriera, ora il primo pensiero è quello di aiutare la squadra, fa parte di un percorso di crescita”. La specialità della casa restano i gol sul secondo palo: “Vedo che ora molti mi seguono. Anche Lukaku ha segnato così”.

IL LITIGIO CON INZAGHI

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Venerdì all’Olimpico arriva l’Inter di Simone Inzaghi, il tecnico con cui Immobile è esploso definitivamente ed ha trovato continuità. Rapporto straordinario tra i due, eppure c’è stato anche un momento in cui si sono scontrati. “Sì, durante Lazio-Parma dell’autunno del 2019. Il mister mi sostituì e io reagii male perché volevo giocare, ma ovviamente sbagliai. Lui ci rimase male, ma poi ci chiarimmo e dopo il gol al Genoa andai ad abbracciarlo per chiudere definitivamente la questione”. Un litigio che peraltro portò bene, perché al termine di quella stagione Immobile vinse la Scarpa d’oro ed eguagliò il record di gol in Serie A di Higuain. “Ricordo ancora la partita col Brescia alla penultima giornata. Dovevo segnare per forza per superare Lewandovski e vincere la Scarpa d’oro. Tutti mi passavano la palla, ma io non riuscivo ad inquadrare la porta per la tensione. Poi però mi sono sbloccato ed è andato tutto bene”.

LE CRITICHE E I RECORD

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Quell’anno Immobile vinse per la terza volta la classifica marcatori, al termine della scorsa stagione è arrivato anche il quarto trionfo, eppure l’attaccante laziale – specie quando gioca in Nazionale – è ancora oggetto di critiche. “A volte mi fanno pensare, altre volte mi faccio una risata, ma in alcune occasioni mi arrabbio pure. Poi però mi consolo con quello che mi dicono le persone che mi vogliono bene: quando smetterò di giocare tutti si renderanno conto di ciò che ho veramente fatto”. Prima, però, vuole inseguire altri record. In cima c’è quello di diventare il calciatore ad aver segnato più gol nella storia della Serie A. Dopo aver sottratto a Silvio Piola il record di reti nella Lazio può togliergli anche questo primato assoluto (274 gol, lui è a 183). “Mi mancano 100 gol, anzi 90. Tanti. Però io dico che uno deve andare avanti per la sua strada senza porsi limiti, poi a fine stagione tracci una linea e continui”.

IL PASSATO E I PRONOSTICI

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E pensare che la sua carriera si sarebbe potuta sviluppare all’estero invece che in Italia. Ma prima al Borussia Dortmund e poi al Siviglia le cose presero una piega diversa. “A Dortmund avrei avuto bisogno di un po’ più di tempo. Lì mi sentivo bene, mi sarebbe piaciuto restare ancora un po’. A Siviglia invece non mi sono preso con l’allenatore (Emery, ndr). Può capitare nell’arco di una carriera”. Per fortuna della Lazio è così tornato in Italia, diventando l’attaccante più prolifico della storia del club. Anche in questa stagione cercherà di essere protagonista e, magari, vincere per la quinta volta la classifica cannonieri. Impresa che è riuscita solo allo svedese del Milan Nordahl negli anni 50. La concorrenza è però folta e agguerrita. Immobile si diverte a fare pronostici su quanti gol faranno i suoi rivali. “Lukaku segnerà tra i 20 e i 25 gol, Lautaro tra i 13 e i 18. Vlahovic? Più di 20. I tre attaccanti milanisti (Giroud, Origi e Rebic, ndr) segneranno complessivamente 30-35 reti, quelli dell’Atalanta (Zapata e Muriel, ndr) 25-30 gol. Osimhen? Dico 19. Jovic non più di 15”. Infine il romanista Abraham: “Ne farà 15-20”.

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