Immobile: “Il gol che manca, lo stadio vuoto, la scarpa d’oro, il 17: vi dico tutto”

Ciro Immobile è intervenuto questa sera in un diretta su Twitch con il canale GL17CH, giocando alla Playstation con  il noto youtuber MikeShoSha

 Ciro Immobile è intervenuto questa sera in un diretta su Twitch con il canale GL17CH, giocando alla Playstation con  il noto youtuber MikeShoSha. Durante la diretta l’attaccante biancoceleste ha anche risposto a qualche domanda. Ecco le sue principali parole:

“In questo momento sono tranquillo, stavo vedendo Juventus-Napoli. Mi piace giocare alla play, il mio gioco preferito è la Formula Uno. Mi permette di staccare la spina da quello che faccio tutti i giorni, mi rilasso. Quello che mi stanca di più sono i viaggi, le partite e gli allenamenti sono la cosa migliore. Con la Nazionale abbiamo dovuto fare delle trasferte impegnative. A livello organizzativo tutto bene, anche se siamo limitati dal Covid. Sono a secco da sette partite, mi devo sbloccare. Passami la palla davanti la porta! A noi mancano tanto i nostri tifosi, quest’anno ci sono state partite da tutto esaurito se si fossero giocate con il pubblico. Quando sei sotto nel punteggio la spinta dei supporters è decisiva, hai una motivazione in più. Adesso giocare in trasferta o in casa non fa molta differenza. Sono quel tipo di giocatore che quando gioco fuori casa e vengo fischiato mi carico ancora di più. C’è qualcuno che subisce meno l’assenza del pubblico, ma non più di tanto. Questa mattina abbiamo festeggiato Radu, era commosso. E’ stato molto emozionante”.

“Non ho messo a fuoco fino a quando non me l’hanno consegnata. Vincere la Scarpa d’Oro significa aver realizzato i miei sogni. Sono soddisfazioni, il lavoro che ha pagato. Rigori? L’attaccante ha tutto da perdere, se viene parato il portiere diventa l’eroe e tu hai fallito. Ne ho tirato parecchi negli ultimi minuti, quando il pallone pesa dieci chili. Mia mamma non riesce a guardarli. Quando sta a casa va in giardino, quando sta allo stadio va all’area buffet. Il numero 17? L’ho preso quando giocavo a Pescara, non potevo prendere numeri superiori al 25. Mi sono trovato bene, mi è piaciuto e l’ho confermato quando ho conosciuto Jessica perché lei è nata il 17 luglio. Quest’anno è stato difficile, senza un inizio e una fine. La stanchezza viene gestita con nutrizionisti, fisioterapisti. Non si esce mai dal campo senza aver preso una botta, è impossibile. Ma intorno a noi c’è un grande lavoro. VAR? Si picchia lo stesso, non cambia nulla. Solo che ora le vedi di più. Hoedt è un bravo ragazzo, parla poco. Si dedica molto alla cura del corpo, è un professionista. Sta sempre in palestra. Nello spogliatoio parlano tutti l’italiano, quello che ha più difficoltà è Muriqi arrivato da poco tempo ma capisce il giusto. La costruzione della frase la sa fare e non è facile. La mia notorietà? Sono molto disponibile, aperto. Cerco di fermarmi con tutti. Chi è educato può dirmi anche che sono scarso”.

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