Immobile: il 9 c'è, eccome se c'è!

C’è sempre Bergamo nel suo destino: il 21 agosto del 2016 Immobile segnò il suo primo gol con la maglia della Lazio e ieri, a poco più di cinque anni di distanza, il numero 159, coppe comprese. Un traguardo che gli ha consentito di raggiungere Silvio Piola, ancora adesso il più grande cannoniere della storia della serie A con 274 reti, e che in biancoceleste aveva chiuso la sua carriera, guarda caso, segnando proprio a Bergamo il 25 aprile del 1943. Inutile sottolineare quanto sia grande l’impresa di Ciro, che ha davanti almeno altri quattro o cinque campionati, se non di più, per alimentare i suoi record in biancoceleste: in pratica sono cinque anni che l’attaccante di Torre Annunziata segna una media di 30 gol a stagione, al ritmo di 0,70 in serie A (132 reti in 187 partite), scrivendo pagine indimenticabili del club che rappresenta e conquistando la Scarpa d’Oro davanti a rivali come Lewandowski, Lukaku, Messi, Ronaldo, Neymar e Mbappé. Eppure, nonostante questo, c’è ancora chi sostiene che alla Nazionale, e in particolare a Mancini, manca un vero numero 9: c’è forse qualcuno più bravo in giro, rispetto a Immobile, che sembra in grado di attaccare addirittura il primato più importante di Piola? I numeri dicono di no e forse lo stesso ct, in vista del Mondiale, dovrebbe costruire qualcosa intorno a lui, soprattutto se i concorrenti del laziale continueranno ad andare quasi sempre in bianco o, comunque, a ritmi non signifi cativi. Faccia alla porta, Ciro non ha rivali, mentre spalle alla porta, in una posizione alla Lukaku, diventa molto meno incisivo: non varrebbe la pena di aiutarlo, soprattutto nella sfi da contro la Svizzera all’Olimpico, in cui l’Italia cercherà il pass Mondiale?

Il gol numero 159 di Immobile non è stato sufficiente alla Lazio per vincere a Bergamo, dove ha subìto le prodezze di Zapata e di De Roon durante il recupero di entrambi i tempi. Errori fatali (sull’1-1 ancora Reina tra i responsabili: sta diventando un problema), che hanno impedito a Sarri di scavalcare l’Atalanta e di vincere la seconda partita consecutiva, ma che non hanno cancellato la prova di grande personalità della sua squadra. Resta l’interrogativo sulla sostituzione di Immobile a una decina di minuti dalla fi ne (recupero compreso), quando Gasperini stava chiedendo ai suoi il massimo sforzo per raggiungere il pareggio: gli spazi erano talmente vasti da favorire i possibili ribaltamenti di Ciro, esentato per dare spazio a Muriqi, sempre meno presentabile nel nostro campionato e incapace di tenere il pallone in attacco come gli aveva chiesto Mau. Non ci sono dubbi, comunque, sui progressi della Lazio dopo il crollo di Verona: la vittoria sulla Fiorentina e il pari di Bergamo, oltre al record di Immobile, sono le basi su cui Sarri può costruire il suo vero progetto biancoceleste.

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