Il vero Barella e l’Inter è ripartita

MILANO – Due reti di fila non le aveva mai fatte in nerazzurro. Gli era capitato soltanto al Cagliari, nella stagione 2017/18. Guarda caso quella in cui ha segnato più gol in carriera: 6. Beh con la prodezza di ieri, Barella è già arrivato a quota 4, in sole 13 gare stagionali (una è rimasto in panchina). E’ anche il massimo bottino raggiunto in 3 delle 4 stagioni da interista . Insomma, il sardo potrebbe aver svoltato, aggiungendo al suo profilo anche quello di centrocampista goleador . Questione di freddezza . Quella che ha dimostrato ieri, addomesticando l’assist di Calhanoglu, dribblando Pirola e infilzando Sepe. A Barcellona il repertorio era stato più o meno lo stesso: non aveva saltato direttamente un avversario, ma la girata per bruciare era stata decisamente più complicata. Peraltro, Barella continua ad essere un eccellente assist-man. E’ stato suo l’appoggio a Lautaro per il primo gol. E sempre lui ha messo Dzeko davanti a Sepe, solo che il bosniaco si è addormentato. Ad ogni modo, da interista, ovvero dal 2019/20, sono saliti a 27 i suoi passaggi vincenti: meno solo di Milinkovic-Savic, Berardi e Calhanoglu, tutti a quota 31.

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Addio insofferenze

C’è anche qualcosa che è mancato nella partita di Barella: le lamentele nei confronti dei compagni. In realtà, è così da quattro partite, vale a dire dalla gara di andata con il Barcellona. Chissà che proprio alla vigilia di quella sfida non sia andato in scena il confronto interno tra giocatori – non il primo ma quello probabilmente decisivo -, di cui ha parlato Bastoni prima del fischio d’inizio. «Abbiamo discusso tra noi. Nel periodo iniziale c’erano state troppe lamentele. Ognuno voleva dare la colpa all’altro e invece era importante che tutti si prendessero le loro responsabilità. Nessuno remava contro, ma sicuramente dopo quel chiarimento siamo stati molto più uniti». E una conferma in questo senso è arrivata pure da Lautaro: «Quello che ci siamo detti resta nello spogliatoio. Dico solo che la differenza sul campo si vede». Prima di un generale cambio di atteggiamento, le manifestazioni di insofferenza erano diventate fin troppo evidenti. Proprio quelle di Barella, in particolare: molti nerazzurri facevano fatica a sopportarle. Ad ogni modo, erano il segnale di un gruppo meno compatto, che aveva perso la disponibilità al sacrificio. Di colloqui interni ce ne sono stati diversi nelle scorse settimane. Dopo la sconfitta con il Bayern, erano stati proprio i dirigenti a chiedere un cambio. Tuttavia, sono state necessari e 4 sconfitte in campionato prima di arrivare ad una vera svolta. Del resto, solo mettendo davanti la squadra rispetto al singolo, l’Inter avrebbe potuto giocare quelle due partite con il Barca. 

A cena con il “Principe”

Tante, insomma, le buone notizie della giornata. Anche il bis di Lautaro è un segnale per il futuro, in attesa del rientro di Lukaku, ieri allo stadio insieme al figlio, mentre entro domani farà l’ultimo accertamento prima di tornare in gruppo. Inoltre, in tribuna si è rivisto pure Steven Zhang. «Quella con la Salernitana è una vittoria che vuole dire tanto – ha garantito il “Toro” –. Significa che siamo cresciuti, maturati. Abbiamo avuto delle difficoltà, ma ora stiamo bene e dobbiamo continuare così. Ho raggiunto gli stessi 62 gol di Milito? Ne sono felice e orgoglioso. Visto che è a Milano, andremo a cena insieme».

Barella trasportato su un carrello dopo la partita con il Barca

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Barella trasportato su un carrello dopo la partita con il Barca

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