Il Toro in trasferta è una macchina: vittoria anche a Verona

Partita decisa da un gran gol di Vlasic al 29’ del primo tempo. I gialloblù restano terzultimi, granata ottavi

Dal nostro inviato Mario Pagliara

14 maggio – Verona

Il Toro si conferma una macchina da punti in trasferta. Una magia di Nikola Vlasic produce la terza vittoria consecutiva fuori casa, l’ottava dell’intero campionato lontano dallo stadio Olimpico Grande Torino: dal 1970 i granata non infilavano tre successi in trasferta senza prendere gol. Sono tre punti pesantissimi nella corsa per l’ottavo posto. E il Verona? Così brutto e inconcludente era pure difficile da immaginare: oggi è apparsa una squadra senza idee e con pochissima personalità, a tratti rassegnata alla sconfitta. Per l’Hellas, fischiato dal proprio pubblico nel finale, è un k.o. che rende molto più complicata la corsa salvezza.

Arcobaleno

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Sulla piovosa, e grigia, domenica veronese, l’arcobaleno lo inventa all’improvviso Nikola Vlasic. In precedenza, scorrono via ventinove minuti di palleggio e studio tra Verona e Torino, che sembrano aspettare l’errore dell’altro per colpire, senza concedere grandi occasioni né prestare il fianco ad indecisioni. D’improvviso, poi, dal sinistro di Vlasic nasce la parabola di sinistro che spezza l’equilibrio all’ora di pranzo. Tocco delicato da fuori area: una magia imparabile per Montipò che spinge i granata in avanti. Vlasic non segnava in Serie A dal 9 novembre: sei mesi dopo aggiunge la quinta rete al suo campionato. Prima della magia del croato, tanta applicazione da entrambe le squadre: il Verona di Zaffaroni si rende pericoloso dopo cinque minuti con una conclusione da fuori area di Tameze, respinta da Milinkovic. Dopo poco o nulla. Il Torino dell’ex Juric (accolto nell’indifferenza) ci prova qualche volta in più: Vojvoda non concretizza la bella combinazione Karamoh-Vlasic (6’), Sanabria scalda i guantoni di Montipo’ (16’). Cinque minuti prima del gol c’è un contatto dubbio nell’area veronese tra Ilic e Faraoni: Di Bello fa giocare. Nel finale di primo tempo, sale il nervosismo dell’Hellas, effetto forse di un Toro che riesce a non concedere varchi.

Fischi

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In avvio di ripresa, dentro Cabal e Duda per il Verona al posto di Dawidowicz e Verdi. Al 12’ il Verona spreca l’occasione del potenziale pareggio: davanti a Ngonge si apre una prateria ma è formidabile Singo nel recuperare quasi mezzo campo, alle spalle arriva Lazovic che da buona posizione non inquadra la porta. Al quarto d’ora un infortunio tira fuori dalla contesa Vlasic, il protagonista della domenica, al suo posto Juric getta Seck nella mischia. Poco dopo, Juric alza i centimetri del suo Toro inserendo Pellegri (per Sanabria) e Schuurs (per Djidji). Alla mezzora, il Toro alza la pressione. Ricci si lancia in un coast to coast, viene servito da Milinkovic davanti a Montipo’ ma il suo tocco sotto si spegne sul fondo per pochi centimetri. Centoventi secondi dopo, Singo sbatte in progressione sul portiere dell’Hellas e ancora Singo alza sulla traversa un tocco sottoporta. La lunga pressione del Toro non partorisce il raddoppio, ma non causa nemmeno problematiche particolari dalle parti di Milinkovic. Il mini-assalto nei minuti di recupero del Verona non sortisce alcun effetto. E l’Hellas esce dal campo tra i fischi del suo pubblico.

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