Il titolo d’inverno, la ripresa del Napoli, il Milan che cerca continuità: 5 domande al campionato

Arriva il giro di boa del torneo: occhi sulla lotta in cima alla classifica, su chi insegue un posto in Europa e… sugli arbitri

G.B. Olivero

5 gennaio – 12:32 – MILANO

Il campionato sta per arrivare al giro di boa. Abbiamo selezionato cinque domande – le più intriganti – sul momento attuale del torneo. In attesa… delle risposte.


Inter o Juve

Chi sarà la regina d’inverno?

Un’immagine dell’ultimo incrocio tra Juve e Inter. Ansa

Mezzo scudetto, lo dice la storia. Il titolo d’inverno non assegna coppe e medaglie, ma dà un’indicazione chiara su ciò che sarà. Inter e Juve non hanno bisogno di motivazioni particolari, ma dal 2004-05, ossia da quando la Serie A è a venti squadre, solo quattro volte la capolista al giro di boa non ha festeggiato il tricolore. L’ultimo caso, però, è quello dell’Inter di Simone Inzaghi nel 2021-22 e quindi, se domani i nerazzurri battessero il Verona blindando il primato, ci sarebbero sorrisi contenuti. Nessun entusiasmo eccessivo anche perché la Juve spinge: i bianconeri stanno andando a una velocità oggettivamente imprevedibile. Si può discutere sull’estetica, ma non sull’efficacia. La Juve potrebbe giocare meglio? Certamente. Giocando meglio, avrebbe più punti in classifica? No. La controprova non c’è, ma la sua forza è l’organizzazione difensiva e cambiare qualcosa adesso sarebbe un errore. Allegri cercherà di aggiungere il meraviglioso talento di Yildiz senza togliere certezze a una squadra che è inferiore all’Inter per qualità e organico, e quindi può inciampare con più facilità, ma ha riscoperto il gusto di lottare. E proverà a restare lassù fino alla fine. A Salerno l’obiettivo dei bianconeri sarà quello di non staccarsi da un’Inter che difficilmente rallenterà contro un Verona in disarmo. Il recupero di Lautaro, miglior giocatore dell’andata, dà una spinta in più alla capolista.

Napoli

Sta guarendo?

Khvicha Kvaratskhelia. LaPresse

Il Napoli ha dovuto finora confrontarsi con tanti problemi: l’addio di Spalletti (fin troppo ovvio che pesasse), la cessione di Kim (si poteva sostituire meglio), la partenza di Giuntoli (è mancata una persona che tenesse dritto il timone anche nella tempesta). Ma il problema più grande è stata l’incapacità di accorgersi della situazione. Il Titanic imbarcava acqua e l’orchestrina suonava ancora le canzoni dello scudetto. Il cambio da Garcia a Mazzarri è stato una toppa troppo piccola per la falla gigante. Molte sconfitte sono state bollate come episodiche e invece era il segnale che la squadra non si sarebbe ripresa in modo automatico. Adesso il tempo è finito. Il Torino è avversario fastidioso e pericoloso: un esame severo per capire se il Napoli sta iniziando a guarire. E dovrà farlo senza Osimhen e affidandosi soprattutto alle invenzioni di Kvaratskhelia.

Fiorentina e Bologna

Sanno schivare le trappole?

Thiago Motta e Vincenzo Italiano. LaPresse

La Champions League corre sulla variante di valico: tra Firenze e Bologna si viaggia veloce. I piloti Vincenzo Italiano e Thiago Motta hanno messo a punto due squadre che per adesso non hanno manifestato problemi di tenuta. Questo turno di campionato, però, prevede le classiche buche da evitare: finirci dentro significa rallentare pesantemente. In teoria sono due partite da vincere: il Bologna contro un Genoa che in trasferta è meno brillante che a Marassi, la Fiorentina a Reggio Emilia con un Sassuolo che in campionato ha perso quattro delle ultime cinque sfide. In pratica possono nascere difficoltà impreviste. Una volta si chiamavano prove del 9. Adesso, vista la giornata, è la prova del 19: al giro di boa viola e rossoblù possono trovarsi davvero in alto.

Milan

Troverà la continuità?

Theo Hernandez e Rafael Leao. Getty

È vero, finora la stagione del Milan è negativa. Ma proviamo ad aggiungere un punto, uno solo, alla sua classifica nel girone di Champions (e le occasioni per farlo non sono mancate): con la qualificazione agli ottavi e il terzo posto in campionato, oltre ai quarti di Coppa Italia con un tabellone insidioso ma non proibitivo verso la finale, la valutazione cambierebbe? Giusto chiederselo pur restando dell’idea che finora i rossoneri abbiano avuto un rendimento inferiore al proprio potenziale (nove punti di distacco dall’Inter e sette dalla Juve sono tanti) anche a causa di un impianto tattico poco ordinato ed equilibrato, vero capo d’accusa per Pioli, oltre all’incredibile questione degli infortuni. La partita di Empoli è importante perché potrebbe confermare la ritrovata continuità: nelle ultime cinque partite tra tutte le competizioni, il Milan ne ha vinte quattro. Vincere aiuta a vincere. Dà fiducia, quella che è mancata tanto. Come i gol di Leao. Nelle ultime gare, però, sono sbocciati quelli di Jovic ed è un’altra buona notizia che necessita di ulteriori conferme. E’ difficile prevedere oggi lo sviluppo della stagione rossonera, perché finora le frenate sono state tante e improvvise. Ecco perché tornare con tre punti da Empoli, cosa che dovrebbe essere scontata, avrebbe un valore aggiuntivo.

Arbitri

Smetteranno di aver paura del monitor?

Il designatore Gianluca Rocchi. LaPresse

Finora non è stata una bella stagione per gli arbitri. Tanti errori, molti casi di difformità di giudizio e soprattutto l’assurda ritrosia a controllare davanti al monitor. Ecco, questa è la cosa più grave: non utilizzare tutti gli strumenti per arrivare alla decisione corretta. Gli errori (anche se alcuni sono incomprensibili) fanno parte del gioco, rifiutarsi di correggerli è imperdonabile. Il ricorso al Var deve essere incentivato e sarebbe bello vedere anche i maxi recuperi per combattere le perdite di tempo. Soprattutto quelle più brutte: i raccattapalle che nascondono i palloni se la squadra di casa è in vantaggio. Sono ragazzi, andrebbero educati alla cultura sportiva. Se non lo fanno, colpevolmente, le società, gli arbitri insegnino loro che fare i furbi non conviene.

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